Tesi dei Corsi di Mediazione Familiare

In questa rubrica vengono pubblicate alcune delle tesi di fine corso di coloro che hanno seguito i nostri corsi di Mediazione Familiare. In particolare, vengono proposte quelle che ci sembra presentano tratti di particolare originalità o innovatività, per i temi trattati, per gli ambiti applicativi affrontati, per le chiavi di lettura e i paralleli proposti.

La speranza è quella di concorrere ad offrire informazioni a chi si avvicina al mondo della mediazione familiare e di suggerire degli spunti e delle occasioni di approfondimento per chi la conosce già.

Potrebbero anche essere pubblicate in questa rubrica delle tesi di coloro che seguono i nostri corsi di Giustizia Riparativa e di Mediazione Penale, Sanitaria, Lavorativa e Scolastica.

Tesi di Manuela Ciavarella: La mediazione familiare come strumento di accompagnamento per i genitori in fase di separazione

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La tesi di Manuela Ciavarella per il Corso in Mediazione Familiare affronta con partecipazione minuziosa la crisi della coppia e con altrettanta prossimità empatica la sofferenza dei figli coinvolti nel conflitto, ma spiega anche quale potente risorsa sia la mediazione familiare

Tesi di Valeria Zanapa: Mediazione familiare, conflitto e violenza. Quando è opportuno mediare

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La tesi di Valeria Zanapa per il Corso in Mediazione Familiare ha una finalità eminentemente pratica:

«Si prenderà in considerazione quale deve essere il comportamento adeguato del mediatore in una situazione del genere e si cercherà di mettere in evidenza qual è il timing migliore per ricorrere alla mediazione familiare in quei casi nei quali vi sia un’elevata conflittualità di coppia. Conflittualità che, come vedremo, deve essere ben distinta da ciò che si configura, invece, come violenza».

Saper distinguere tra violenza e conflitto è ciò che consente «di evitare il rischio di vittimizzazione secondaria per la persona che ha subito abusi e/o violenze (di solito la donna) e, soprattutto, per il minore».

Tesi di Federica Fasano: La mediazione familiare: uno spazio per restituire voce alle emozioni

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La tesi di Federica Fasano per il Corso in Mediazione Familiare è un percorso di esplorazione nella parte tradizionalmente più disconosciuta del conflitto, quella emotiva. Federica Fasano, infatti, si è posta

«l’obiettivo di mostrare come l’istituto della mediazione familiare non si concentri soltanto sul raggiungimento dell’accordo, ma cerchi di esplorare i vissuti emotivi dei confliggenti grazie alla professionalità dei mediatori e degli strumenti di cui si avvalgono».

Tesi di Stefania Guido: Complessità dell’ascolto, ascolto della complessità in mediazione familiare

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La tesi di Stefania Guido per il nostro Corso in Mediazione Familiare riflette fedelmente lo spirito e l’atteggiamento con cui si è posta nel percorso formativo.

Come lei stessa ha scritto, tale disposizioni è quella di chi intende

«mantenere in tensione la domanda di conoscenza, senza l’urgenza di soddisfarla e, talvolta, di saturarla con risposte immediate; immediate e per questo acquietanti. Dal lavoro del domandarsi possono sorgere riflessioni e connessioni impreviste, per lo meno non previste fino a quel momento. Possono però anche sorgere posizioni difensive volte a ridurre lo spazio del non conosciuto che quella stessa domanda aprirebbe. Non si tratta soltanto di un processo intellettuale in base al quale il nostro interesse potrebbe risultare più o meno sollecitato in funzione del già conosciuto o, diversamente, in funzione del non conosciuto. Penso, piuttosto, che il confronto con la conoscenza – ovvero con il non ancora conosciuto – mobiliti importanti vissuti che riverberano il modo sempre singolare con cui ciascuno si rapporta al limite. Vissuti che orienteranno sia il pensiero che le azioni poiché daranno a questo stesso limite una significazione peculiare».

Tesi di Lucia Santamaria: “Ben ti sta!” Sofferenza, pena e colpa tra mediazione familiare e mediazione penale

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La tesi di Lucia Santamaria per il Corso in Mediazione Familiare è un approfondimento del «legame che la mediazione ha con la verità» proprio «nel suo discostarsi dall’accertamento dei fatti», per aprirsi alla ricerca «di una grammatica e di una semantica emotiva capace di riconoscere a ciascuno la verità e la dignità del suo vissuto».

Tale percorso, nella tesi di Lucia Santamaria passa anche attraverso la descrizione di una sua esperienza significativa come insegnante di una scuola superiore di secondo grado.

Tesi di Lucy Battù: L’ascolto del desiderio nella mediazione familiare

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La tesi di Lucy Battù per il Corso in Mediazione Familiare è un percorso di ricerca sul tema dell’ascolto (declinato sotto molteplici aspetti, incluso quello rinvenibile nelle religioni buddista, cristiana, ebraica e induista) svolto dal mediatore a beneficio dei protagonisti del conflitto, in particolare dell’ascolto dei loro desideri (infatti, Lucy Battù per svolgere questo itinerario si avvale, a mo’ di veicolo, degli spunti offerti da Michel Lobrot), senza trascurare, però, un aspetto tutt’altro che secondario: il mediatore deve saper ascoltare anche se stesso e, quindi, anche i propri desideri, cioè, in particolare, quelli nutriti verso il conflitto che sta gestendo e i confliggenti che sta ascoltando. Infatti, come ricorda Lucy, recuperando le riflessioni di George Pavlich:

«il mediatore, è colui che accoglie sia la parola che vela sia quella che svela e sa situarsi all’interno dell’ambiguità del linguaggio con lo stesso coraggio con il quale accetta di lavorare con le parti nel disordine, nel caos, nel non senso del conflitto che vivono ed esprimono». Quindi, «se i confliggenti non riescono a “riconoscersi” tra di loro, il mediatore, dovrà “riconoscere” a ciascuno le proprie emozioni, non i fatti».

 

Tesi di Samanta Antonelli: Il dialogo delle voci nella mediazione familiare.

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La tesi di Samanta Antonelli per il Corso in Mediazione Familiare è un’esplorazione sul tema dell’ascolto svolto dal mediatore, nella prospettiva della sua attività di facilitazione del dialogo tra le “voci interne”. Quella di Samanta Antonelli, però, non è una ricerca astratta, ma una riflessione ricca di risvolti concreti e umanissimi, anche a partire dalla sua esperienza personale, psicoterapeutica, e formativa (con espliciti rimandi agli esercizi sull’ascolto e sulla mediazione svolti in aula e all’attività di mediazione realizzata nel corso del tirocinio).

«Il tema dell’Ascolto, così tante volte ripreso, analizzato e approfondito durante il mio percorso formativo, professionale e personale ha assunto nuove sfumature e si è ulteriormente complessificato. Anche il termine Mediazione, che prima di iniziare il master aveva per me strettamente a che fare col “mettere d’accordo” e portava con sé, nella mia esperienza professionale e personale, un certo carico di fatica e frustrazione, è stato risignificato in accezioni che sento più autentiche e alla mia portata.».

Tesi di Francesca Guido: La stanza della mediazione familiare. Dal setting alla trasformazione del conflitto

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La tesi dell’avv. Francesca Guido per il Corso in Mediazione Familiare è un’esplorazione, una sorta di viaggio, per così dire, "dalla periferia al centro" della stanza della mediazione familiare: cioè, della concreta messa in pratica della mediazione familiare, osservata dal punto di vista di tutto ciò che concorre a creare un setting accogliente, favorente lo sviluppo di un rapporto di fiducia.

La sua tesi è, dunque, un percorso che

«gradatamente si addentra nelle dinamiche spaziali, fisiche ed emozionali che caratterizzano la fase introduttiva della relazione tra il/i mediatore/i ed i coniugi confliggenti».

Tesi di Mariagrazia Bertini: La Mediazione familiare: ruolo dell’avvocato e ruolo del mediatore

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La tesi di Mariagrazia Bertini per il Corso in Mediazione Familiare esplora gli aspetti peculiari della mediazione familiare rispetto alle altre tipologie di intervento nella gestione dei conflitti e dopo aver esaminato le caratteristiche e il ruolo del mediatore familiare si sofferma sul ruolo, attuale o potenziale, che gli avvocati possono avere sia a margine che all’interno della mediazione familiare, riflettendo sui vantaggi che può portare una maggiore sinergia tra le due professioni.

«Il conflitto è innanzitutto relazione e come tale non va confuso con la violenza che presuppone invece l’assenza di relazione. Il conflitto allora va vissuto come parte di noi e merita il suo riconoscimento. 

Ma dove è possibile dare voce al conflitto?

Certamente, uno dei luoghi istituzionalmente deputati a tale funzione è il Foro, nel quale le parti in conflitto possono depositare le proprie richieste e cercare risposta nella ‘Giustizia’ demandando la risoluzione del loro conflitto ad un Giudice naturale precostituito per legge, terzo e imparziale che deciderà chi ha torto e chi ha ragione in base alla Legge e al Diritto, nella cornice e secondo il rito del Processo.

Nel Processo però le persone entrano poco e hanno poca voce, perché anche la loro voce è demandata ad altri soggetti, gli avvocati.

Esistono però luoghi che consentono alle persone di sedersi e parlare. Uno di questi è la ‘stanza della mediazione’ (…).

Le parti sono direttamente responsabili del proprio conflitto e sono esse sole a gestire ogni aspetto della loro relazione, se pure con l’intervento di un terzo, appunto il mediatore.

L’autodeterminazione delle parti non esclude il compito e il ruolo dell’avvocato ma anzi lo presuppone.

Con l’aiuto del mediatore, infatti, le persone, in un certo senso, prendono in mano le redini della propria vita senza delegarla a terze persone ma allo stesso tempo hanno bisogno che tutto ciò rientri nella cornice normativa e giuridica del nostro ordinamento, onde evitare che i loro sforzi possano essere vanificati da un mancato riconoscimento giuridico della loro volontà».

Tesi di Irma Pinocchio: Mediazione familiare: la prigione emotiva nella danza del conflitto

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Irma Pinocchio nella sua tesi per il Corso in Mediazione Familiare analizza la serie Kidding, perché, pur non essendoci come personaggio un mediatore familiare vero e proprio, presenta moltissimi aspetti che valgono ad illustrare il potenziale e l’efficacia della mediazione, soprattutto, a suo parere, quella proposta da Me.Dia.Re.: «la separazione a seguito di un evento critico della vita che ha spezzato una famiglia, l'importanza dell'ascolto, il fatto che i conflitti latenti possono incidere sulle funzioni genitoriali inglobando i genitori nel loro dolore e allontanandoli dai bisogni dei figli che si sentono soli, non capiti, non ascoltati. In particolare, il bisogno di essere ascoltati è un tema centrale in questa serie televisiva che si esplica nei vari personaggi e, quando le emozioni vengono riconosciute, i personaggi possono puntare al confronto e a quella catarsi di cui parla Morineau».

L’analisi di Irma Pinocchio è talmente accurata che non si limita a descrivere i punti salienti della serie televisiva, ma riprende i dialoghi dei personaggi, mettendo in luce osservazioni e collegamenti con le dinamiche del conflitto e le svolte consentite proprio dalla mediazione.

Tesi di Valeria Miele: La mediazione familiare: il linguaggio della trasformazione.

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Nella tesi di Valeria Miele per il Corso in Mediazione Familiare si focalizza l’attenzione sugli ambiti della famiglia e del lavoro come due scenari particolarmente significativi in cui prendono vita alcuni dei conflitti più rappresentativi ed importanti della nostra esistenza. L’elaborato introduce la visione della famiglia in un’ottica sistemica, illustrandone i cicli evolutivi e la struttura di base e inquadrando il campo d’azione in cui si muove il mediatore familiare. Verrà approfondito l’ambito della mediazione esponendone il quadro generale relativo all’evoluzione del concetto e della pratica di mediazione nonché dei principali modelli mediativi, soffermandosi sul Modello Trasformativo. Si faranno dei riferimenti teorici ad alcuni assunti base sulla comunicazione e sull’empowerment per concentrare l’attenzione su concetti definiti propri della psicologia del lavoro. L’obiettivo è quello di illustrare il potenziale trasformativo di quel modello di mediazione non soltanto in ambito famigliare ma anche nel mondo del lavoro.

Tesi di Sabrina Raschellà: La Mediazione Familiare: un percorso tra emozioni, empatia e relazioni

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Nella tesi di Sabrina Raschellà per il Corso in Mediazione Familiare si affronta con profondità il tema dell’ascolto. Ma, poiché l’ascolto e l’empatia sono strettamente correlati, nella sua tesi Sabrina si è soffermata non soltanto sulla persona in conflitto ascoltata dal mediatore, ma anche sulla persona del mediatore. Così, se per affrontare la vasta tematica dell'ascolto, correlata all'empatia, ha dato un rilevante spazio anche alla scoperta, da parte di Giacomo Rizzolatti, dei "neuroni-specchio", ha anche sottolineato che «la nostra capacità di metterci nei panni degli altri, che non significa, però, confonderci con l'altro».

 

Tesi di Francesca Salis: Il turning point della separazione coniugale e la scommessa della mediazione umanistico-trasformativa.

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La tesi da Francesca Salis proposta per il Corso in Mediazione Familiare approfondisce la tematica del conflitto e delle sue dinamiche generali, cercando di metterne in luce non esclusivamente il suo carattere distruttivo ma anche quello processuale e catalizzatore del cambiamento. In questa prospettiva viene altresì esplorato il fenomeno del divorzio con un focus sulla gestione emotiva del lutto della separazione. In conclusione si delineano le impostazioni epistemologiche di due approcci alla mediazione familiare, il modello utilitarista e il modello umanisticotrasformativo, riflettendo sulle diverse metodologie applicate, sul ruolo del mediatore e sulle finalità della mediazione. Riguardo al secondo modello, scrive Francesca:

«Nel contesto della mediazione umanistico-trasformativa, ottenere, o migliorare, il senso di empowerment rispetto a sé stessi e alle risorse a disposizione, significa, per l'appunto, raggiungere quel grado di autodeterminazione e autonomia necessarie a dare una lettura diversificata della situazione e riacquisire il senso di controllo sugli eventi sia passati che futuri. Solo in questo modo infatti risulta possibile assumersi le proprie responsabilità rispetto alla separazione e al conflitto ad essa legato, prendere coscienza delle proprie potenzialità per trasformarlo e, eventualmente, agire di conseguenza tramite decisioni autonome e, auspicabilmente, rivolte alla ricerca di soluzioni comuni e collaborative»

Tesi di Marina Marino: L’importanza della mediazione familiare in ambito sociale ed educativo. La figura dell’educatore e quella del mediatore.

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La tesi, proposta al termine del Corso in Mediazione Familiare da Marina Marino è permeata dalla riflessioni maturate nella sua esperienza professionale di educatrice socio culturale.

Come educatrice socio-culturale mi occupo di famiglie multi-problematiche attraverso progetti territoriali di sostegno alla genitorialità e ho contatto diretto e quotidiano con i diversi membri del nucleo famigliare, adulti e minori. Così mi rendo conto di come non vi siano solo problemi di coppia da gestire, che coinvolgono i figli, come nei casi di separazione o divorzio, motivo per cui il servizio sociale, talvolta, si avvale del servizio esterno di mediazione familiare, ma vi sono molti altri problemi e disagi famigliari per cui una mediazione potrebbe essere utile. Come nelle relazioni tra genitori e nonni, tra figli e genitori, tra fratelli e sorelle, anche alla luce delle nuove trasformazioni degli assetti famigliari”.

Tesi di Maria Rosanna Camarda: Conflitto e mediazione familiare nella coppia che vive la malattia

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La tesi proposta da Maria Rosanna Camarda, in conclusione del Corso in Mediazione Familiare, è un’esplorazione partecipe e sentita della possibilità, attraverso l’attività di mediazione familiare (e, soprattutto, attraverso l’ascolto in quella declinato), di gestire il conflitto tra i coniugi in presenza di una condizione di malattia, in particolare di malattia cronica.

Nel conflitto ciascuno sente l’altro come nemico e come tale se lo rappresenta:

“la spersonalizzazione dell’altro, visto non più come persona ma come colui che ci sta complicando la vita e colui al quale si vuole infliggere lo stesso male. In un conflitto sia l’uno che l’altro si sentono buoni e vedono l’altro come il cattivo. Il conflitto si anima di aspetti emotivi, di irrazionalità, di non detti, di caos, di solitudine, di non comprensione, di lunghi anni di saturazione dell’impossibile, del non essere riconosciuti, di tutte quelle parti del profondo dell’anima sconosciute anche a noi stessi, delle fragilità umane che hanno messo una maschera per sopravvivere, della parte più selvaggia ed oscura della nostra anima, quella che ci fa più paura e che spesso vediamo nell’altro in un gioco di specchiamento.”.

Rosanna, però, non si limita a ragionare sul conflitto in generale, ma si proietta “in un contesto dove la sofferenza diventa quotidianità” e, in particolare, “nella coppia che sta affrontando la malattia”, soprattutto quella cronica. E la sua tesi, che non ha la pretesa di voler dare risposte definitive, si conclude con il tentativo “di creare un pensiero progettuale in cui l’ascolto dell’altro diventa occasione di guardare alla malattia come ad una possibilità per la coppia e la famiglia di riprendere in mano le fila della propria vita”. Infatti, quella dinamica conflittuale “inizia a vacillare quando il nemico si svuota della sua armatura e fa intravedere la persona, uguale nella sofferenza, una persona che sta male e che ha la necessità di risolvere la sua guerra”.

 

Tesi di Federica Di Monaco: La centralità della persona e dei conflitti nella mediazione familiare

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L’obiettivo della tesi, proposta al termine del Corso in Mediazione Familiare da Federica Di Monaco, è evidenziare l’importanza delle ‘persone’ protagoniste nel processo di mediazione, che non sono soltanto parti, ma come individui complessi, con una propria narrazione, una propria esperienza e un proprio background. Parallelamente, si analizzano le dinamiche proprie del conflitto, vista la loro rilevanza rispetto alla mediazione, la quale, infatti, se di quelle tiene conto, può rivelare un’inaspettata valenza trasformativa e positiva. Così l’osservazione dei meccanismi propri della mediazione svela l’importanza del riconoscimento del confliggente come individuo - dotato di particolari e uniche caratteristiche e di una propria storia -, come obiettivo primario del mediatore. E se questa operazione di riconoscimento è fondamentale, per raggiungerla il mediatore deve mettere in gioco se stesso, collocandosi all’interno della mediazione anch’esso come individuo composito, lavorando al fine di scardinare eventuali preconcetti e stereotipi.

Tesi di Yuliza Gloria Fernandez: Nei meandri della mediazione familiare

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Nella sua tesi, proposta al termine del Corso in Mediazione Familiare, Yuliza Gloria Fernandez analizza i diversi modelli di mediazione, utilizzando degli strumenti originali: intervista dei mediatori sugli aspetti più tipici e problematici del loro lavoro e, infine, esamina alcuni episodi dell’epica classica, rileggendoli come tentativi di mediazione e cercando di ricondurli ai vari modelli.

Tesi di Carola Giraudo: La mediazione familiare tra comunicazione verbale e non verbale

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Nella sua tesi, proposta al termine del Corso in Mediazione Familiare, Carola Giraudo parte dal conflitto per arrivare a soffermarsi sul senso e sul valore della comunicazione verbale e non verbale nella mediazione:

"Ogni qualvolta viviamo un conflitto si crea uno spazio, un vuoto che porta ad isolare ciascuno nel
proprio vissuto: ognuno cerca di colmarlo attraverso parole che restano prive di significato per colui
al quale sono rivolte. Questi termini vengono detti da ognuno per sé, dal momento che l’altro non
può comprenderli: i due monologhi si corrispondono, ma ognuno di essi rimane isolato da un muro
che è invalicabile".

Perciò, spiega Carola, attraverso l'ascolto, il mediatore "può aiutarci a comunicare, veicolando a coloro con il quale siamo in conflitto quei determinati significati che ci stanno a cuore"

Tesi di Valentina Sestu: Confronto tra il mediatore familiare e l’operatore d’ascolto

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Nella sua tesi di fine Corso in Mediazione Familiare, Valentina Sestu svolge un confronto tra l'attività e il ruolo del mediatore familiare e dell'operatore di un centro d'ascolto. In tale prospettiva, si sofferma sugli elementi della chiave della mediazione familiare, quali: il bisogno sociale connesso alla crisi, che si trasforma in opportunità; i requisiti, il ruolo e gli strumenti del mediatore familiare. Analogamente Valentina Sestu procede per quanto riguarda la figura dell'operatore d'ascolto. Ma poi dedica anche pagine molto interessanti alla presenza di un elemento comune e di un rischio comune ai due ruoli, cioè, rispettivamente: l'ascolto empatico e il coinvolgimento emotivo

Riguardo a questi aspetti Valentina Sestu ha aggiunto anche diverse rilevanti riflessioni in ordine alla formazione degli operatori del centro d'ascolto, anche alla luce della formazione seguita nel  Corso in Mediazione Familiare.

Tesi di Cristina Donadio: Mediazione familiare e mediazione in ambito socio sanitario, due pratiche a confronto

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Nella sua tesi, proposta al termine del Corso in Mediazione Familiare, Cristina Donadio, assistente sociale, analizza i conflitti che incontra e gestisce come direttrice di una Residenza Socio Sanitaria e di coordinatrice di una Casa Famiglia nonché di un’équipe operante presso un Centro di Salute Mentale: conflitti tra coniugi, tra familiari, tra familiari e operatori. E, osserva Cristina, spesso sono tra di loro correlati.

Scrive, infatti:  

Ciò che ho osservato è che nel momento in cui i conflitti familiari non risultano contenuti o gestiti attraverso una mediazione, con molta probabilità si estenderanno nel contesto organizzativo, dando luogo a problemi di natura comunicativa e organizzativa, non solo all’interno del nucleo familiare in oggetto ma anche tra il nucleo familiare e il personale, e all’interno dell’équipe multidisciplinare”.

Ma di non minore interesse è l’analisi di Cristina sulle analogie tra i rapporti e i conflitti tra gli ospiti e quelli tra i membri di una coppia o di una famiglia qualsiasi.

Tesi di Sara Vallone: L’utilizzo della Mediazione Familiare Interculturale in ambito migratorio

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Nella sua tesi, proposta al termine del Corso in Mediazione Familiare), Sara Vallone, antropologa culturale, esplora il possibile “intrecciarsi del concetto di mediazione familiare all'interculturalità nella sua concreta attuazione”, sollevando quesiti quali: "come coniugare tra loro ambiti così diversi quali i centri di accoglienza per rifugiati, il campo dell'antropologia applicata e la mediazione? Come definire e contrattare i molteplici habitus?"

Tesi di Micaela Linari: Mediazione Familiare: il Colloquio Individuale come risorsa per una mediazione consapevole.

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Nella sua tesi, proposta al termine del Corso in Mediazione Familiare, Micaela Linari, ritenendo fondamentale che “che, nel corso degli incontri, le parti possano operare tra loro un riconoscimento reciproco”, spiega la rilevanza che ha il colloquio individuale con ciascun attore del conflitto.

Tesi di Stefania Zerbetto “Che resti tra noi”. La mediazione come opportunità di trasformazione e recupero del legame familiare e sociale.

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Nella sua tesi, proposta al termine del Corso in Mediazione Familiare), Stefania Zerbetto ha scritto:

La figura del mediatore familiare, nel complesso e sfaccettato contesto storico attuale - caratterizzato da rapporti sociali sempre più rarefatti ed appiattiti –, si inserisce come colui che, senza giudicare né proporre soluzioni, assume un ruolo di catalizzatore e facilitatore del ripristino della comunicazione tra i coniugi, affiancandoli nel fare chiarezza in merito alle loro emozioni e rispetto al conflitto coniugale, e trasformando un vissuto, percepito come pericoloso e distruttivo, in un’opportunità per uscirne non indeboliti ma rafforzati. In questo cambio di prospettiva, l’obiettivo non sarà più quello di trovare una soluzione al conflitto tra i coniugi (benché tale risultato sia senza dubbio auspicabile), ma quello di far sentire ciascuno di loro riconosciuto ed accolto nei propri bisogni, esigenze, emozioni e frustrazioni. Tale Riconoscimento rappresenta la base dalla quale partire affinché la comunicazione (ed eventualmente la fiducia reciproca nell’altro) possa eventualmente, riprendere tra le due parti.

Relazione, incontro con l’altro, condivisione, volontà di mettersi in gioco, rappresentano nuove prospettive di confrontarsi all’interno della famiglia, ma anche al di fuori di essa, tra i consociati e tra questi ultimi e le istituzioni. Non si tratta di magia, ma di impegno nel ripristinare quel legame sociale, quella percezione dell’altro come appartenente al genere umano, che ci accomuna e ci fa sentire intimamente compresi.”.

Tesi di Martina Todesco: mediazione familiare e coppie con figli disabili

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La tesi proposta da Martina Todesco nel Corso in Mediazione Familiare) affronta il tema della mediazione in coppie genitoriali con figlio disabile.

Il mediatore ha un compito delicato e importante di riferimento e di aiuto alla coppia con tali problematiche, affinché quest'ultima si senta adeguatamente supportata a livello emotivo e relazionale e possa serenamente portare avanti il percorso di crescita del proprio figlio”.

 

Tesi di Mariella Russo: Il ruolo della mediazione familiare nel procedimento dell’affido condiviso

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La tesi proposta da Mariella Russo nel Corso in Mediazione Familiare mette in rilievo quale risorsa sia la mediazione familiare nella separazione dei genitori, in particolare rispetto all’affidamento condiviso, soffermandosi su un percorso di mediazione che ha seguito come tirocinante presso uno dei servizi di Me.Dia.Re.

Tesi di Fabiola Briganti: mediazione familiare, un lavoro di rete

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La tesi proposta da Fabiola Briganti nel Corso in Mediazione Familiare è un’esplorazione delle peculiarità con le quali si è diffusa e struttura la realtà della mediazione familiare in Emilia Romagna. E Fabiola Briganti non esita a sottolineare come nella sua regione un servizio di Mediazione Familiare sia presente in tutti i Centri per le famiglie della regione dove si qualifica come servizio non sovrapponibile né confuso con gli altri, essendo gestito da uno o due operatori formati, cui è assegnato uno spazio allestito ad hoc, nonché un budget finalizzato

 

Tesi di Luca Pugliese: La mediazione familiare nella separazione di fronte alla disabilità

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La tesi proposta da Luca Pugliese nel Corso in Mediazione Familiare è un avvicinamento alle "famiglie lacerate non solo dal dolore del trauma che la disabilità porta con sé, ma anche appesantite dai conflitti che la separazione porta con sé".

“In una società come quella attuale in cui le modificazioni strutturali e culturali della famiglia sono in continuo divenire, credo sia necessario lasciare aperti gli spazi del confronto e del supporto rispetto a tali cambiamenti. Il concetto di conflitto è altamente connotato da valenze negative e per questo demonizzato, tanto che si attuano comportamenti difensivi con il solo risultato dell’evitamento, mentre l’affrontare tale situazione con l’aiuto di un terzo porterebbe ad un maggior livello di benessere nella gestione dell’evento”.

Tesi di Daria Moschetti: La mediazione familiare in presenza di genitori anziani non autosufficienti

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La tesi che Daria Moschetti  ha proposto al termine del Corso in Mediazione Familiare, attraverso l’esame di due casi reali, indaga le potenzialità della mediazione familiare quale risorsa per la gestione di quelle dinamiche intra-famigliari rese critiche o conflittuali dall’accudimento di un genitore anziano non autosufficiente.

Tesi di Beatrice Reteuna Contin: “Cosa serve per dialogare?”- La mediazione famigliare e la pratica collaborativa: diversi metodi, stessi obiettivi

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La tesi di Beatrice Reteuna Contin discussa al termine del Corso in Mediazione Familiare è un’esplorazione delle similitudini e delle differenze tra mediazione familiare e pratica collaborativa, di cui cerca di evidenziare potenzialità e limiti.

Tesi di Antonio Vallone: Infedeltà e tradimento nella mediazione familiare

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La tesi di Anotnio Vallone discussa al termine del Corso in Mediazione Familiare affronta il tema del tradimento e dell’infedeltà coniugale, riflettendo su come possa essere gestito in conflitto coniugale connesso a tale situazione secondo diversi approcci di mediazione familiare.

Il tradimento è sempre esistito e sempre continuerà ad esistere (…). La situazione si è notevolmente complicata con l’avvento del web e dei social network che hanno aperto la strada ad ‘amori liquidi’, amori on-line e amici di penna che diventano amici di chat..

Tesi di Fabiola Sacco: La Mediazione Familiare: una risorsa per le famiglie con minori disabili

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La tesi di Fabiola Sacco discussa al termine del Corso in Mediazione Familiare tenta di far comprendere perché la mediazione familiare può essere una risorsa preziosa per la gestione del conflitto interno alle famiglie con minori disabili:

non perché non abbiamo le capacità per farcela da soli ma perché in determinati momenti è utile affidarsi, avere fiducia in qualcuno, neutrale, che possa fornirci una via d'uscita”.

Tesi Anna Lucia Mirone: La mediazione familiare come strumento preventivo

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La tesi di Anna Lucia Mirone presentata al termine del Corso in Mediazione Familiare di Me.Dia.Re. da lei seguito tra il 2014 e il 2016, constatando come accada spesso che le coppie in crisi entrino in loop conflittuali tali da non riuscire a venirne fuori da sole e da indurle a coinvolgere i figli, si sofferma su tali aspetti come fattori di rischio per la messa in atto da parte di questi di condotte anomale.

“La separazione, seppur dolorosa, non è di per sé un fattore di rischio tanto quanto non lo è il conflitto quando è costruttivo. Il problema del conflitto si ha quando questo riempie tutta la relazione tra coniugi o ex coniugi”.

Tesi di Vera Barzizza: La Mediazione Penale: interfacciarsi con la violenza

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La tesi di Mediazione Penale di Vera Barzizza per la conclusione del Corso di Giustizia Riparativa e di Mediazione Penale, Sanitaria, Organizzativo-Lavorativa e Scolastica è contemporaneamente un’introduzione alla Mediazione Penale e un approfondimento su alcune aree tematiche di particolare delicatezza, che riguardano, appunto, “l’interfacciarsi con la violenza”. Il tutto proposto con una generosa disponibilità a mettersi in gioco.

Tesi di Vera Barzizza: La mediazione familiare e il Servizio sociale oggi

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La tesi di Vera Barzizza per la conclusione del Corso in Mediazione Familiare propone un confronto fra la mediazione familiare ed il servizio sociale, concentrandosi sull’importanza dell’ascolto empatico nelle due professioni. Inoltre, dopo una descrizione dell’esperienza di tirocinio svolta affiancando un formatore-mediatore, in cui Vera Barzizza analizza anche le emozioni e i sentimenti provati ascoltando la persona che si era rivolta ad uno dei servizi di mediazione di Me.Dia.Re., nell’ultima parte riflette su “quanto mi ha cambiato e quanto mi ha arricchito il percorso formativo proposto da Me.Dia.Re.”

Tesi di Serena Carraro: “I luoghi della solitudine”. Il vissuto di solitudine nel luogo della mediazione familiare.

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 La tesi di Serena Carraro, che ha proposto e discusso in conclusione del Corso di Mediazione Familiare, è un avvicinamento al vissuto della solitudine, essendo questa una sensazione diffusa in chi vive un conflitto. Non si è limitata, però, ad esplorare la solitudine degli attori del conflitto, ma anche quello del mediatore familiare e ha allargato lo sguardo anche ai conflitti e alle mediazioni in altri, ambiti senza tralasciare alcune particolari condizioni di vittimizzazione: quella delle vittime di violenza fisica e psicologica nei contesti familiari e delle vittime di mobbing nei contesti organizzativi e lavorativi.

Tesi di Alessia Bobbio: Il benessere psicoeducativo dei figli: la funzione tras-formativa della mediazione familiare nel processo di ri-formazione della funzione genitoriale

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La tesi di Alessia Bobbio, che ha discusso in conclusione del Corso di Mediazione Familiare, propone analisi e riflessioni su come il conflitto tra i genitori possa essere entrato nel profondo del processo formativo dei bambini e degli adolescenti che hanno difficoltà di apprendimento. Alessia Bobbio, però, mette anche in luce come un approccio mediativo possa intervenire favorevolmente nella ripresa della loro formazione e come la mediazione abbia una capacità tras-formativa anche rispetto alla ri-appropriazione dei ruoli tra gli adulti.

 

Tesi di Tiziana Petiti: L’ascolto attivo, il silenzio e il riconoscimento come elementi della mediazione familiare

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Tiziana Petiti, nella sua tesi di fine Corso di Mediazione Familiare, si sofferma sull’importanza centrale dell’ascolto, rifacendosi a Thomas Gordon e narrando un colloquio di mediazione cui ha partecipato nell’ambito del tirocinio interno al percorso formativo, svolto affiancando un mediatore-formatore di Me.Dia.Re. nei servizi di mediazione familiare di tale Associazione.

Tesi di Alessio Gaggero: La mediazione familiare e dei conflitti. Approccio all’omosessualità.

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Nella sua tesi di fine Corso di Mediazione FamiliareAlessio Gaggero ha affrontato il tema dell'applicazione del modello trasformativo della mediazione familiare all’interno del contesto LGBT, nella consapevolezza che «in un mondo ideale, non si dovrebbe affrontare questa tematica: le persone LGBT devono essere considerate, anche in quest’ambito, al pari delle altre, proprio perché l’orientamento sessuale non rileva».