Pubblicati da Alberto Quattrocolo

L’11 agosto 1934 apre il carcere di Alcatraz

Uno di quei nomi che conosci, anche se, magari, sapresti dire poco di più in merito. Alcatraz. L’isolamento più radicale che un condannato potesse provare. L’undici agosto del 1934 giunse sull’isola di Alcatraz (soprannominata “l’Isola del Diavolo dello Zio Sam”.) il primo gruppo di detenuti civili destinati al nuovo penitenziario di massima sicurezza, appena inaugurato.

Con la legge 442 del 10/08/1981 è abrogato il delitto d’onore

Le radici della mentalità dell’onore scavano a fondo nella storia del nostro Paese, ma non solo: si arriva fino alla Grecia classica. Non stupiscono, quindi, le enormi difficoltà incontrate da chi ha voluto strappare quelle solide basi. 

“Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni.
Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona, che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella”.

Così recitava l’articolo 587 del codice penale italiano abrogato soltanto nel 1981, grazie alla legge 442 del 10 agosto. 

Il 9/08/1991 veniva ucciso il giudice Antonino Scopelliti. Da Cosa Nostra, dalla ‘ndrangheta o da entrambe?

Ad oggi, ancora non conosciamo i nomi di mandanti ed esecutori. È lecito sperare che prima o poi scopriremo chi ha prematuramente stroncato la vita di Antonino Scopelliti? Sembra che sullo sfondo ci fosse una stretta connessione tra Cosa nostra, ‘ndrangheta, destra eversiva, logge massoniche e servizi deviati. Speriamo che la verità affiori presto.

La mediazione come gestione non giudicante del confronto

 Il mediatore, per rispettare fino in fondo il suo dovere di astenersi dal giudicare le posizioni, gli interessi, i comportamenti, i pensieri e le emozioni e i sentimenti delle parti in conflitto, ma dovrebbe non farlo anche rispetto al loro essere in conflitto. In altre parole, la mediazione non è – o sarebbe preferibile che non fosse – una guerra al conflitto. Neppure è una crociata contro il peccato o l’eresia-conflitto, né una cura della malattia-conflitto, così come non è una rieducazione rispetto alla devianza-conflitto, ecc.

8 agosto 1956, Marcinelle (Belgio), tragedia in miniera

Persone che emigrano e subiscono lo sfruttamento di chi si approfitta della loro condizione. Italiani in Belgio negli anni Cinquanta. La mattina dell’8 agosto 1956, la miniera di carbone di Bois du Cazier, si riempì di fumo a causa di un incendio nel condotto che portava l’aria dentro i tunnel sotterranei. Morirono in tutto 262 persone, tra cui 136 operai italiani. Nel 1946, dieci anni prima dell’incendio, l’Italia aveva firmato con il Belgio un protocollo che prevedeva il trasferimento di 50mila lavoratori in cambio del carbone. Bruxelles chiedeva manodopera a basso costo disposta a scendere sotto terra, lavoro pesante e mal retribuito, a cui fino a quel momento erano destinati i prigionieri di guerra; l’Italia non disponeva di materie prime ma aveva manodopera in eccesso in cerca di un avvenire: era l’accordo “minatori-carbone”, uno scambio tra uomini e merce. Gli italiani, caricati sui camion del carbone, venivano trasportati negli ex campi di concentramento ereditati dal recente conflitto. Gli immigrati italiani e le loro famiglie erano ospitati nelle baracche dei prigionieri di guerra, sovraffollate, senza acqua ed elettricità, con bagni collettivi. La sicurezza sul lavoro era risibile, gli orari massacranti, gli straordinari obbligatori, i diritti sindacali inesistenti. Inoltre, gli immigrati italiani erano spesso mal tollerati. Molti belgi li chiamavano “macaronìs” e fuori dai locali del distretto minerario di Charleroi fiorivano i cartelli: “ni chiens, ni italiens”, “né i cani, né gli italiani”.

7 agosto 1947: si conclude la spedizione dell’imbarcazione Kon-Tiki

Il 7 agosto si ricorda la conclusione del viaggio della zattera a vela Kon-Tiki, l’impresa di Thor Heyerdahl più famosa (1947), che, sebbene terminata in un naufragio, avvalorò – almeno in linea teorica – la sua ipotesi circa una prima colonizzazione della Polinesia, in epoca precolombiana, ad opera dei popoli sudamericani. Thor Heyerdahl e compagni conclusero il proprio viaggio anticipatamente, ma il messaggio arrivò forte e chiaro: la diversità è un valore. L’umanità immensa di Thor Heyerdahl non poté mai essere ristretta nei confini angusti di una definizione univoca: scopritore entusiasta, non volle mai divenire accademico universitario, nonostante le innumerevoli lauree ad honorem; amico personale di Gorbaciov e Fidel Castro, frequentò indistintamente capi di stato, marinai, pescatori e contadini; ecologista ante litteram, sollevò la questione dell’inquinamento degli oceani avanti alla prima Conferenza sull’ambiente dell’ONU (1972), che istituì il divieto di scarico di oli usati in mare; amava senza pregiudizio gli esseri umani e la natura, mantenendo una visione d’insieme sulle cose, tanto rara in un’epoca di ossessione per la specializzazione del sapere. La vita, i libri e tutte le imprese di Heyerdahl costituiscono il manifesto delle sue convinzioni più salde: tutti gli esseri umani sono uguali, affrontiamo tutti le stesse sfide, possiamo lavorare e vivere insieme a prescindere dalle differenze etniche, politiche o religiose.

6/08/1985. Vengono uccisi da Cosa Nostra Ninì Cassarà e Roberto Antiochia

Ninì Cassarà, vicedirigente della squadra mobile di Palermo, quel 6 agosto 1985, stava tornando a casa, scortato da Roberto Antiochia (già commissario della stessa squadra e trasferito a Roma, ma in quel momento, in ferie, pronto ad aiutare la squadra che aveva servito negli ultimi due anni) e altri due uomini della mobile. Un ragazzo, appena ventitré anni, scese ad aprire la portiera al suo superiore. L’Alfa blindata non lo protesse più: i kalashnikov dei killer scaricarono tutta la potenza da fucili d’assalto. A nulla servì il tentativo di Antiochia di proteggere Cassarà: la moglie lo vide morire davanti alla loro casa, proprio sotto i suoi occhi. 

Viene sciolta la Camera dei fasci e delle corporazioni il 5 agosto del 1943

Nel 1939, dopo 17 anni di regime fascista, le elezioni politiche, rese di fatto inutili da molto tempo, erano state del tutto abolite nel 1939: la Camera dei Deputati  era stata sostituita dalla Camera dei Fasci e delle Corporazioni, la quale era composta solo da fascisti nominati dal Governo, sostanzialmente da Mussolini, mentre il Senato rimaneva di nomina regia. Caduto il governo di Mussolini, il 25 luglio del ’43, a seguito del voto di sfiducia del Gran Consiglio del Fascismo, il nuovo governo, presieduto da Badoglio, con il Regio Decreto-legge del 2 agosto 1943 n. 705, entrato in viogre il 5 agosto, scioglie, ma non sopprime, la Camera dei fasci e delle corporazioni. E stabilisce che entro 4 mesi dalla fine della guerra si dovranno svolgere le elezioni per la Camera dei deputati.

Nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974 si consuma la strage dell’Italicus

Dodici morti e quarantotto feriti. Non vanno dimenticate le vittime della strage dell’Italicus, il treno espresso Roma – Monaco, sul quale esplose una bomba all’una e ventitré del 4 agosto 1974 a pochi metri dall’uscita della Grande Galleria dell’Appennino. Ancora oggi non ci sono colpevoli accertati. I neofascisti indicati come gli esecutori materiali furono assolti da Carnevale in Cassazione nel 1987. Risulteranno poi essere iscritti alla P2 molti dei personaggi coinvolti nella vicenda, in ruoli diversi, alti ufficiali dei carabinieri, magistrati, ecc. Del resto, anche i vertici dei servizi segreti del periodo erano iscritti alla P2. E in contatto con Licio Gelli o con la P2 erano anche gli estremisti neri sospettati di aver materialmente compiuto l’attentato.