Pubblicati da Staff Me.Dia.Re

Conflitti che generano altri conflitti

Capita che da un conflitto, per così dire, principale ne derivi un altro, secondario, relativo alle differenti opzioni circa i modi preferibili di affrontare il primo. Nell’esempio dello scontro tra il presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy, e i vertici delle forze armate ai tempi della crisi missilistica cubana (sessant’anni fa), si sarebbe potuto dire che, in seno ai massimi livelli del governo USA, lo scontro fosse tra i sostenitori della necessità di lasciare aperta fino all’ultimo una possibilità di dialogo con i leader russi e i fautori di una linea di contrapposizione durissima contro l’Unione Sovietica. Entrambi argomentavano le loro posizioni fondandole sull’obiettivo di prevenire lo scatenarsi di una Terza Guerra Mondiale in grado di cancellare quasi ogni forma di vita dal pianeta. Entrambi consideravano l’altra opzione pericolosissima e giudicavano incoscienti e irresponsabili coloro che la sostenevano.

Analoghe dinamiche, pregne di diffidenza reciproca e di sospetto di tradimento, possono prodursi nei rapporti intercorrenti tra i membri di alcune o di tutte le fazioni che stanno confliggendo in ambito familiare o lavorativo, come in altri contesti relazionali. In tali circostanze, chi volesse tentare di gestire il conflitto principale, secondo noi, farebbe bene a non sottovalutare la rilevanza di quelli che ne sono derivati. Tanto più che questi ultimi, in parte, spesso vivono di vita propria e, in parte, possono, a loro volta, alimentare il conflitto che li ha generati e provocarne di ulteriori.

A. Baiocchi: Micro e macro conflitto nel tessuto sociale – Tavola rotonda Ricostruire legami

Antonella Baiocchi, nella riflessione che ha svolto nella Tavola Rotonda “Ricostruire legami”, ha esplorato gli effetti dei conflitti che attraversano la nostra vita comunitaria e ha proposto una particolare chiave di letture sulle dinamiche psicologiche sottese al reato e alle sue conseguenze sugli autori, sulle vittime e sugli altri membri della comunità.  

M.A. Trombara: Gli strumenti di Giustizia Riparativa all’interno della comunità – Tavola rotonda “Ricostruire legami”

Nel suo intervento alla Tavola Rotonda “Ricostruire legami” Maria Alice Trombara ha posto in luce come la comunità in cui si verifica un reato, tipicamente esclusa da ogni possibilità di farsi sentire nei modelli di Giustizia fin qui prevalenti (Retributivo e Rieducativo/Riabilitativo), riacquisti un ruolo di rilievo, quindi non meramente passivo, con l’affermarsi degli strumenti di Giustizia Riparativa.

Maurizio D’Alessandro: Comunità e Istituzioni: accogliere il disagio e arginare il disordine – Tavola Rotonda Ricostruire legami

Attraverso gli esempi della violenza matricida di Oreste, della sua persecuzione delle Erinni e dell’assoluzione decisa dal tribunale dell’Areopago, nella trilogia di Eschilo, attraverso la citazione della furia delle Baccanti e degli inganni vendicativi di Dionisio, nella tragedia di Euripide, e passando da Platone a Tönnies, si sviluppa la riflessione di Maurizio D’Alessandro nella Tavola Rotonda “Ricostruire legami“, fino ad illustrare le ragioni di fondo dei Servizi gratuiti di Ascolto e Mediazione di Me.Dia.Re., e il loro valore in termine di riparazione dei legami sociali, senza tralasciare i risvolti di senso che egli ne ha esperito, gestendoli per circa quindici anni.

M. Vallesi: Funzioni della Giustizia Riparativa all’interno della comunità – Tavola rotonda Ricostruire legami

Per spiegare e dare la misura della concretezza del paradigma della Giustizia Riparativa, quale strumento di riparazione dei legami sociali che il verificarsi di un reato può spezzare, indebolendo una comunità, Martina Vallesi, nel suo intervento alla Tavola Rotonda “Ricostruire legami“, racconta un intervento di gestione di un conflitto che, sviluppandosi attraverso il coinvolgimento diretto della cittadinanza, ha consentito ai residenti di una zona cittadina periferica di sentirsi ascoltati e di ascoltarsi reciprocamente e di individuare modalità e azioni per risolvere le criticità alla base delle ostilità, delle diffidenze e degli scontri fino ad allora imperanti.

L’influenza della cultura cristiana nella mediazione penale

La Giustizia Riparativa e, in particolare, la Mediazione Penale in particolare possono risentire dell’influenza culturale del cristianesimo, ad esempio su registri come quello dell’espiazione o quello del perdono,

si è chiesto Maurizio D’Alessandro, rivolgendosi ai relatori (Maria Alice Trombara, Maria Rosaria Sasso, Alberto Quattrocolo e Giovanni Grauso) della Tavola Rotonda “Cittadinanza alle emozioni. La Mediazione dei Conflitti e i suoi ambiti“.

Giovanni Grauso: La Giustizia Riparativa nella nuova riforma del processo penale – Tavola rotonda Cittadinanza alle emozioni

«La Giustizia Riparativa non può essere uno slogan, né una bandiera, deve essere una scelta culturale»

E’ ciò che ha sostenuto Giovanni Grauso,  svolgendo le sue riflessioni su possibilità e limiti delle previsioni della Giustizia Riparativa nella nuova riforma del processo penale, nel quarti intervento della tavola rotonda “Cittadinanza alle emozioni. La Mediazione dei suoi Conflitti e si suoi ambiti.

Maria Rosaria Sasso: La Mediazione Scolastica – Tavola rotonda Cittadinanza alle emozioni

Purtroppo nella scuola, che è la prima agenzia di socializzazione, si parla troppo poco di emozioni, ma a queste e ai conflitti che lì sorgono (quelli tra studenti, quelli tra questi e gli insegnanti, quelli tra le famiglie e i docenti…) può dar voce, e la dà, la Mediazione Scolastica, spiega Maria Rosaria Sasso in questo video del suo intervento nella tavola rotonda “Cittadinanza alle emozioni. La Mediazione dei suoi Conflitti e si suoi ambiti