Pubblicati da Alberto Quattrocolo

Giorgio Ambrosoli fu ucciso l’11 luglio 1979 per ordine di Michele Sindona

«È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l’incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un’occasione unica di fare qualcosa per il Paese», aveva scritto l’avvocato Giorgio Ambrosoli alla moglie Annalori. L’incarico cui si riferiva era quello di liquidatore della Banca Privata Finanziaria di Michele Sindona, dove Ambrosoli aveva scoperto un “verminaio”. Prima lo contrastarono parte della DC, in primo luogo Giulio Andreotti. Avendo resistito a pressioni, lusinghe e minacce, fu ucciso la sera dell’11 luglio 1979 da un killer italo-americano, ingaggiato dallo stesso Sindona. Nonostante le minacce di morte ricevute, non gli era stata concessa la scorta. Aveva 47 anni, una moglie e tre bambini.

Il 10 luglio del ’76 il giudice Occorsio fu ucciso da un terrorista neofascista di Ordine Nuovo

Venne ucciso da terroristi neofascisti, il 10 luglio del 1976, il giudice Vittorio Occorsio. Aveva 47 anni. Nell’aprile del ’76 era stato il primo magistrato a occuparsi della loggia P2 e anche il primo ad indagare sui legami tra il terrorismo neofascista, il Movimento Sociale Italiano, la massoneria e i servizi segreti deviati. Gli era chiaro il fine della «strategia della tensione: seminare il terrore tra gli italiani per spingerli a chiedere un governo forte, capace di ristabilire l’ordine.» 

Con lo sbarco in Sicilia, dopo 21 anni di regime, subisce un’accelerazione la fine del Fascismo

Tra il 9 e il 10 luglio del 1943, avvenne lo sbarco degli Alleati in Sicilia. Due settimane prima, il 24 giugno, davanti al Direttorio del Partito Nazionale Fascista, Mussolini aveva solennemente detto: 

«Bisogna che non appena il nemico tenterà di sbarcare, sia congelato su quella linea che i marinai chiamano del “bagnasciuga”, la linea della sabbia, dove l’acqua finisce e comincia la terra. Di modo che si possa dire che essi hanno occupato un lembo della nostra patria, ma l’hanno occupato rimanendo per sempre in una posizione orizzontale, non verticale».

Gli inglesi, gli statunitensi e i canadesi, che sbarcarono fra Pachino e Siracusa e tra Licata e Gela, però, non restarono in posizione orizzontale sul “bagnasciuga”, cioè sulla battigia. Lo sbarco in Sicilia, infatti, riuscì e costituì l’inizio della campagna d’Italia, vale a dire della sua liberazione. Il suo primo effetto politico fu quello di accelerare quel processo di disfacimento del regime fascista che portò, dopo 21 annidi dittatura, prima alla caduta di Mussolini e all’armistizio e poi alla tragica e orribile Repubblica di Salò, cioè la Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.).

A Pesaro, l’8 luglio 2017, si svolgeva la manifestazione dei free-vax.

L’8 luglio 2017 10mila persone a Pesaro manifestarono contro il Decreto Lorenzin, poi convertito in legge con modifiche, teso a portare le vaccinazioni obbligatorie nell’infanzia e nell’adolescenza da quattro a dieci, per contrastare il calo delle vaccinazioni (obbligatorie e raccomandate), in corso dal 2013, che aveva determinato una copertura vaccinale media inferiore al 95%, cioè a quella soglia sotto la quale viene meno  “l’immunità di gregge”, la situazione in cui sono indirettamente protetti anche coloro che, per motivi di salute, non possono essere vaccinati.  Tra le persone salite sul palco vi furono Diego Fusaro,  Gianluigi Paragone, Povia e Thomas Ghidotti , che, sommerso dagli applausi, gridò «assassini, maledetti» rivolgendosi a coloro che erano favorevoli all’introduzione dell’obbligo vaccinale previsto dal Decreto.

7 luglio 1901: nasceva Vittorio De Sica. Lo omaggiamo ricordando Umberto D.

Ricordiamo la nascita di Vittorio De Sica, celebrando uno dei suoi capolavori, forse la sua opera più personale: Umberto D., che, oggi riconosciuto come uno dei capolavori del cinema mondiale, al suo apparire sugli schermi, gli attirò gli attacchi di Giulio Andreotti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che accusò De Sica di avere realizzato un film anti-italiano

Il 6 luglio del ’44 le bombe uccisero 278 persone a Dalmine-Bergamo

Il 6 luglio del ’44 gli alleati bombardavano Dalmine (BG) per colpire le acciaierie che lavoravano a commesse militari per la Germania hitleriana. Il ritardo del segnale d’allarme, da parte dell’ufficio germanico di Milano, non permise ai civili di mettersi in salvo: i morti furono 278, i feriti 800. Tra le vittime vi furono la mamma e 7 figli della famiglia Mariano, la cui casa sorgeva vicino alle Officine Mannesmann.

5 luglio 2016: è riconosciuta l’innocenza di Ilaria Capua

Quattro anni fa, una delle più famose ricercatrici italiane nel mondo, la virologa Ilaria Capua veniva prosciolta, perché “il fatto non sussiste” (quindi non solo non lo aveva commesso lei, ma non lo aveva commesso nessuno quel reato: non si era realizzato alcun illecito), dall’accusa di aver diffuso, a scopo di lucro, ceppi di virus dell’aviaria. Ma, due anni prima, quando l’indagine della magistratura era stata pubblicata da L’Espresso, la Capua era stata oggetto di attacchi durissimi, anche in Parlamento e sui social. Era una deputata di un partito al governo, e per molti esponenti di altri partiti, all’opposizione, non fu possibile trattenersi: le dissero di dimettersi da parlamentare, accusandola di aver messo «la propria intelligenza ed il proprio sapere deliberatamente al servizio del male».

3 luglio 1969 scoppia la rivolta di corso Traiano

Il 3 luglio del ’69, cinquant’anni fa, gli operai della Fiat e gli studenti, in corso Traiano, a Torino, protestarono contro lo sfruttamento e la discriminazione degli immigrati del Sud e del Nord Est d’Italia, che, in alcune zone della città, erano il 70 per cento degli abitanti e in fabbrica costituivano la metà degli operai.Gli immigrati che trovavano una casa, infatti, pagavano un affitto sproporzionato rispetto al salario e rischiavano lo sfratto da un momento all’altro; migliaia di altri vivevano nelle soffitte e negli scantinati; altri ancora pagavano per avere solo un letto in cui riposare a rotazione, in base ai turni in fabbrica; alcuni dormivano in vecchie aule vicino alla stazione. Ma tutti s’imbattevano nei cartelli razzisti in cui leggevano: «Non si affitta ai meridionali».

2 luglio 1940 Hitler dà le direttive per invadere l’Inghilterra

«Poiché l’Inghilterra, a dispetto della sua situazione militare disperata, non mostra ancora di voler venire a patti, ho deciso di preparare un’operazione di sbarco contro di essa e, se necessario, di eseguirla. Scopo di tale operazione sarà l’eliminazione del territorio metropolitano inglese come base militare di operazioni contro la Germania e, qualora dovesse risultare necessario, la completa occupazione di esso», aveva disposto Hitler nella direttiva con cui dava il via all’operazione Leone Marino. Più tardi, rivolgendosi al popolo inglese, disse: «I vostri capi scapperanno in Canada», ma «per milioni di altri cominceranno grandi sofferenze». E, in tal modo, il Führer predisse: «un grande impero sarà distrutto, un impero che non è mai stata mia intenzione distruggere e neanche danneggiare… ». La premessa per l’attuazione dell’operazione Leone Marino era, come previsto nella direttiva del 2 luglio, il conseguimento della supremazia area da parte della Germania. La battaglia aerea che ne seguì, la battaglia d’Inghilterra, però, segnò il fallimento del progetto hitleriano, al quale avevano preso parte anche 170 caccia, bombardieri e ricognitori del Corpo Aereo Italiano della Regia Marina inviati da Mussolini.