Il Codice Hays e la moralità del cinema hollywoodiano

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“Se noi, gente di cinema, aspiriamo ancora al titolo di artista,…

Goebbels, Fritz Lang e la propaganda cinematografica nazista

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La sera del 30 marzo del 1933, a Berlino, si svolse un bizzarro colloquio tra Joseph Goebbels, appena nominato ministro, e Fritz Lang, il più grande regista di lingua tedesca. Il primo era convinto che le idee naziste sarebbero penetrate nella vita emotiva dei tedeschi e di tutti gli altri popoli molto più efficacemente quanto meno apertamente sarebbero state trattate. Perciò, intendeva servirsi dell'abilità tecnica e organizzativa e dello straordinario talento creativo del secondo, offrendogli di essere a capo dell'intero, complesso, sistema della propaganda cinematografica nazista. Il secondo doveva scegliere tra il restare un essere umano o il mettersi al servizio della disumanità. 

Scandalo Lockheed: dimissioni del Presidente della Repubblica

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Gli aerei americani furono venduti grazie a 22 milioni di dollari di tangenti in tutto il mondo. L'Italia prese parte a questo sistema di corruzione internazionale.

Franco conquista Madrid e tutta la Spagna

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La guerra civile spagnola attira su di sé gli sguardi delle potenze europee, che decidono di sostenere le parti in causa. Sarà però l'alleato di Hitler e Mussolini a prevalere.

Quando Marlon Brando rifiutò l’Oscar perché «non siamo umani»

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Il 27 marzo del '73, Marlon Brando rifiutò l'Oscar per la parte di Vito Corleone ne Il Padrino (1972, di Francis Ford Coppola). Al suo posto salì sul palco del Dorothy Chandler Pavillon, l'attivista e attrice Sacheen Littlefeather. Avrebbe dovuto leggere il discorso di Brando sulle ragioni del rifiuto, ma non le fu permesso. Poté solo dire che Marlon Brando le aveva chiesto di spiegare che «La ragione è dovuta al trattamento degli indiani d’America nell’odierna industria cinematografica […] e televisiva...». In realtà, nel discorso di Marlon Brando c'era molto più di questo. Il giorno dopo il New York Times pubblicò il testo integrale. Ma i suoi effetti, anche pratici e immediati, furono di gran lunga superiori a quelli derivanti da un momento di attenzione mediatica.

1942, apre la sezione femminile nel lager di Auschwitz

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"Quando ho capito tutto questo, e cioè che sotto la coperta ci poteva essere qualunque schifezza, ma che sopra tutto doveva avere un aspetto perfetto, ho trovato la risposta a un sacco di cose."
Liliana Segre

John Lennon e Yoko Ono protestano… a letto

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Appena sposati, decisero di trascorrere la luna di miele a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla guerra in Vietnam. Lo fecero in un modo molto particolare, con gli occhi di tutto il mondo puntati su di loro.

Richard Widmark, il cattivo “buonista” di Hollywood

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Richard Widmark si batté per i valori e i principi in cui credeva a modo suo, cioè senza clamori. Era un democratico liberal, antirazzista, non-violento e ambientalista: anti-maccartista prima, anti-reaganiano poi, contrario al commercio delle armi sempre, si oppose alle politiche di Bush padre e ancor di più a quelle di George W. Bush. Eppure per milioni di spettatori, per almeno quarant'anni, il suo nome nei titoli di testa di un film evocava l'immagine del killer sadico, del bigotto violento, del razzista frustrato, del reazionario corrotto. E anche i tantissimi personaggi positivi che portò sullo schermo erano figure complesse: uomini caratterizzati da tormenti e ambivalenze, da pulsioni distruttive e dubbi laceranti. Uomini in lotta, contro se stessi o contro le prevaricazioni del potere, e rosi da una solitudine nervosa. Buoni o malvagi che fossero i suoi personaggi, sapeva renderli terribilmente umani, rivelando, spesso, dietro una maschera di fredda calma, spiragli di toccante vulnerabilità. 

Da via Rasella a via Ardeatina: occhio per occhio…

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La deumanizzazione dell'altro è un meccanismo che può portare ad esiti atroci. Le tristemente note Fosse Ardeatine furono teatro di una delle pagine meno umane della storia umana.

Il 21 marzo 1960 si consuma il massacro di Sharpeville

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Da manifestazione pacifica a massacro di vite umane il passo è, a volte, molto più breve di quanto si pensi. Il Sudafrica può insegnarci qualcosa in questo senso.