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34 risultati per la ricerca di: adolf hitler

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Propaganda nazionalrazzista e Welfare

Il socialrazzismo è l’atteggiamento di chi, interessato alla difesa, anzi al rinforzo, dello stato sociale, ritiene che, escludendone i migranti, ciò sia possibile immediatamente. Il nazionalrazzismo stimola e manipola la rabbia e la frustrazione di chi soffre per il disagio sociale sollecitando paura e odio per i migranti. Entrambi affermano che discriminando ed escludendo qualcuno si rinforzino le garanzie per tutti gli altri.

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Un esempio di escalation conflittuale: l’intervento del Vicepresidente della Camera dei Deputati, Roberto Giachetti, all’Assemblea Nazionale del Partito Democratico

Per esplicitare maggiormente la relazione tra le riflessioni proposte in questo blog e la quotidianità del confronto politico, prendiamo spunto dall’intervento di Roberto Giachetti all’Assemblea Nazionale del Partito Democratico (PD) di domenica 18 dicembre 2016. Ma è, appunto, solo un’occasione, uno spunto per ragionare,  e chiediamo scusa agli interessati per l’uso che stiamo facendo delle […]

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20 giugno 1940 l’attacco infame e fallimentare dell’Italia alla Francia

Il 20 giugno 1940 Mussolini ordinò di attaccare la Francia lungo il fronte delle Alpi Occidentali, visto che le forze armate della repubblica francese erano già state praticamente sbaragliate, a Nord, dalle armate di Hitler. I francesi, però, resistettero e inflissero un’umiliante sconfitta al malandato, anche se numericamente assai superiore, esercito italiano. La spudorata propaganda fascista esultò per la “splendida vittoria” e e attribuì all’attacco italiano la resa della Francia alle forze nazi-fasciste. 

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Solo alcune migliaia di morti

«Lei, signor maresciallo, non ha la calma sufficiente per un’esatta valutazione della situazione», disse Mussolini a Badoglio, che gli manifestava le sue perplessità circa la decisione di dichiarare guerra alla Francia e alla Gran Bretagna. «Le affermo che in settembre tutto sarà finito e che ho bisogno solo di alcune migliaia di morti per sedere alla tavola della pace come co-belligerante».

La sera del 10 giugno 1940, dal balcone di palazzo Venezia, annunciò agli italiani: «La dichiarazione di guerra è stata già consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia. Scendiamo in campo contro le democrazie plutocratiche e reazionarie dell’Occidente, che, in ogni tempo, hanno ostacolato la marcia, e spesso insediato l’esistenza del popolo italiano».

Scaraventò gli italiani nella Seconda Guerra Mondiale gridando: «La parola d’ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti: vincere!».

Non ci fu vittoria – non poteva esserci, e che catastrofe immensa avremmo patito, se le temibili armate di Hitler e quelle malmesse di Mussolini avessero vinto -, ma ci furono mezzo milione di militari e civili italiani morti ammazzati.