La fine della caccia alle streghe moderna: il maccartismo

Quanti avranno tirato un sospiro di sollievo quel due dicembre 1954? Dopo anni di accuse false e infondate, per cui chiunque poteva essere indicato come comunista o simpatizzante, rischiando severe conseguenze giudiziarie, il maccartismo poté dirsi concluso.

Joseph McCarthy fu l’uomo da cui originò il termine, che finì per indicare, secondo The American Heritage Dictionary of the English Language:

la pratica di pubblicizzare accuse di slealtà politica o sovversione con un insufficiente riguardo per le prove [e] l’uso di metodi sleali d’investigazione e d’accusa per eliminare gli avversari politici.

Senatore repubblicano degli USA, incardinò la propria carriera politica proprio sulla caccia ai traditori della patria, specialmente quelli, presunti, alle dipendenze del Dipartimento di Stato. Il clima di sospetto generalizzato che contribuì a creare fu tanto intenso e trasversale da favorire la nascita di un’opera teatrale: Il Crogiuolo, di Arthur Miller. Il dramma di quattro atti narra le vicende dei personaggi di Salem di fine 1600, cittadina del Massachusetts che diventa improvvisamente teatro di una vera e propria caccia alle streghe. Miller, all’epoca marito di Marylin Monroe, traccia un evidente parallelismo con la situazione a lui contemporanea.

Così come nella Salem del XVII secolo, negli Stati Uniti degli anni 50 sono le istituzioni a condurre la persecuzione. McCarthy, infatti, dapprima entra a far parte del Tydings Committee, e poi presiede il sottocomitato investigativo del Senate Committee on Government Operations. Tuttavia, se inizialmente l’approccio aggressivo gli risultò utile, l’assenza di prove certe con cui sostenere le proprie accuse gli giocò a sfavore: sia l’opinione pubblica che i media capirono la sua strategia, e il Tydings Committee concluse che le sue azioni portarono a

confondere e dividere il popolo americano […] a un livello ben maggiore di quello in cui speravano i comunisti stessi.

E arriviamo al 2 dicembre 1954, quando il Senato approvò la mozione di censura nei suoi confronti: il gennaio seguente fu costretto a dimettersi dalla presidenza del sottocomitato. Mantenne il proprio seggio, ma la sua carriera era irrimediabilmente stroncata. Il terribile periodo del maccartismo volgeva al termine.

Alessio Gaggero

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