Aggiornamento professionale per Mediatori Familiari
Sabato 4 dicembre 2021, ore 09,30-13,30; 14,30-16,30.
L’aggiornamento è stato riconosciuto (con 6 crediti formativi) da parte dell’A.I.Me.F. con il Cod. Patrocinio N. 84/2021
Sabato 4 dicembre 2021, ore 09,30-13,30; 14,30-16,30.
L’aggiornamento è stato riconosciuto (con 6 crediti formativi) da parte dell’A.I.Me.F. con il Cod. Patrocinio N. 84/2021
L’obiettivo dell’aggiornamento è duplice:
Quanta importanza riveste il primo colloquio in un percorso di mediazione familiare?
Rappresenta il biglietto da visita del mediatore familiare ed una parte fondamentale, per i mediandi, del percorso stesso. Ma è anche il momento in cui dubbi, timori, diffidenze e avversioni dei protagonisti del conflitto verso la mediazione possono compromettere l’avvio stesso del percorso o boicottarlo sotterraneamente a dispetto di un’adesione di facciata
OBIETTIVI
L’intento dell’aggiornamento è quello di prevenire gli equivoci comunicativi che possono indurre i mediandi a sentirsi giudicati negativamente per il fatto di essere in conflitto. Per tale motivo le riflessioni svolte si concentreranno sul concetto di “libertà” del mediando e sulle ricadute pratiche di tale impostazione, vagliando casi specifici e valutando se e quando consigliare l’intervento di altre professionalità per non incappare nel rischio di trasformare la mediazione in un intervento strutturalmente diverso.
Segreteria:
011.8390942
393 8584373
E-mail:
Per iscriversi e ricevere il link dell’evento è necessario compilare la scheda d’iscrizione e inviarla a:
[email protected]
Il volume, fondato sulla ventennale esperienza di servizi di mediazione (familiare, penale, in ambito sanitario, organizzativo-lavorativo e scolastico) e di ideazione e realizzazione di corsi e progetti formativi all’interno dell’Associazione Me.Dia.Re., propone un modello definito “Ascolto e Mediazione“, fondato su una premessa teorica ma di forte rilievo pragmatico: se la funzione della mediazione è gestire i conflitti, allora occorre che tale strumento si adatti all’oggetto cui è destinato, per evitare che il percorso mediativo sia vissuto dalle parti come una sorta di conflitto al loro conflitto e, quindi, a loro stesse.
Il modello “Ascolto e Mediazione” persegue, in primo luogo, l’obiettivo di offrire ai confliggenti ciò che il conflitto tipicamente toglie, l’ascolto: l’ascolto da parte dell’altro, l’ascolto dell’altro e l’ascolto di sé stessi. Ma tale reintegrazione, che si realizza attraverso un esercizio consapevole e calibrato dell’empatia, si basa su premesse teoriche (anche fortemente filosofiche) e relazionali che tentano di tenere insieme due istanze pragmatiche: da un parte, una profonda osservanza dell’a-valutatività del mediatore; dall’altra, il tentativo di non lasciare lontane dalla mediazione le persone che la vivono come un disconoscimento della loro reazione all’ingiustizia altrui; o come un invito “indecente” a collaborare col nemico; oppure, ancora, come una richiesta di rinnegare i propri valori o di rinunciare a tutelare i diritti, gli interessi o gli affetti più importanti.
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