Entra in vigore la legge Merlin il 20 settembre 1958

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La chiusura delle case di tolleranza scatenò un feroce dibattito, parlamentare e non, che si concluse con l'approvazione della legge. La senatrice Merlin, firmataria e promotrice della legge n. 65 del 1958 che, suo malgrado, passò alla storia col suo nome, non ritenne di vietare “ciò che è insopprimibile, cioè il mercato dell’amore”, ma puntò a cancellare lo sfruttamento perpetrato all’ombra delle leggi dello Stato in una modalità ipocrita che marchiava a vita le donne, privandole della possibilità di trovare un lavoro e immaginare un futuro normale emancipandosi dal degrado. La legge Merlin, tuttora in vigore, non rese illegale la prostituzione, ma il suo sfruttamento ad opera di soggetti pubblici o privati ed eliminò quei provvedimenti, legati a malintese questioni di ordine pubblico e “decoro”, che marchiavano a vita le prostitute.

76 anni fa a Boves scoprirono quanto valeva la parola di un ufficiale tedesco

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11 giorni dopo l'8 settembre del '43, a Boves, i partigiani restituirono i due militari delle SS che avevano catturato. Il comandante tedesco aveva loro garantito che, se glieli avessero consegnati incolumi, non avrebbe fatto rappresaglie. Quando gli era stato richiesto di mettere tale impegno per iscritto, aveva risposto: "la parola d'onore di un ufficiale tedesco vale gli scritti di tutti gli italiani". Subito dopo aver riavuto i suoi due soldati, ordinò la strage. La prima delle quattro stragi nazifasciste subite dagli abitanti di questa cittadina in provincia di Cuneo.  

Il 18 settembre del ’43 Mussolini annuncia da Radio Monaco la costituzione della RSI

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Erano riusciti a farlo scendere dal palco, ma il suo spettacolo era lungi dall'essere finito. Che lui lo volesse o meno.

Il 17 settembre 1944 scatta la fallimentare operazione Market Garden

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Il 17 settembre del 1944 gli Alleati, dopo lo sbarco in Normandia e la liberazione della Francia e del Belgio, davano inizio al piano Market Garden, che prevedeva il lancio di 35 mila paracadutisti americani, inglesi e polacchi, nell'Olanda occupate dalle forze naziste. Concepita dal generale Montgomery, allo scopo di concludere in fretta il conflitto, la più grande operazione aviotrasportata della storia si rivelò un sanguinoso fallimento: le difese tedesche sul Reno non crollarono e il fiume non fu attraversato; il territorio conquistato dagli anglo-statunitensi si rivelò sostanzialmente inutile dal punto di vista strategico generale; l'imprevisto successo tedesco fu sfruttato dalla propaganda del Terzo Reich. E t ra morti, feriti e dispersi, le perdite anglo-americane ammontarono a quasi 17.000. Le vittime olandesi tra i civili non furono quantificabili con certezza, venendo stimate tra le 20.000 e le 30.000 persone.

16/09/1982. Massacri di Sabra e Chatila

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Tra il 16 e il 18 settembre 1982, per circa 40 ore ininterrotte, si consuma una mattanza di civili alla periferia ovest di Beirut, nel quartiere di Sabra e nel campo profughi di Shatila. "L’odore traumatizzante della morte era dappertutto. Donne, bambini, vecchi e giovani giacevano sotto il sole cocente". "Quei civili, a centinaia, erano tutti disarmati. Era stato uno sterminio di massa, un'atrocità […]. Era stato un crimine di guerra." Ha scritto Kapeliouk: "Questo massacro sembra proprio essere stato premeditato. Il suo scopo: provocare un esodo massiccio dei Palestinesi da Beirut e dal Libano. La crudeltà del crimine – corpi lacerati, membra tranciate, bambini squartati, teste di bambini schiacciate contro il muro – può trovare così una spiegazione nella volontà di terrorizzare". Trentasette anni dopo l’eccidio, la quarta generazione di profughi vive ancora nello stesso campo, in condizioni indegne per uomini e bestie, aggravate nel corso del tempo dal progressivo sopraggiungere di nuove ondate di sfollati palestinesi e libanesi, siriani e iracheni, sudanesi ed etiopi, indiani e curdi, in fuga da tutte le tragedie del mondo.

Assassinio di Pino Puglisi il 15/09/1993

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Lo uccisero per rabbia, per paura, per invidia, perché dall’altare li aveva chiamati animali, perché “si portava i picciriddi cu iddu”

1916: inizia la settima battaglia dell’Isonzo, tre giorni di carneficina

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La valle del fiume Isonzo fu teatro delle maggiori operazioni militari sul fronte italiano dal 1915 al 1917, fino alla disfatta di Caporetto. Vi trovarono la morte oltre 300.000 soldati, fra italiani e austroungarici; dodici battaglie, che, a parte la conquista di Gorizia, fruttarono al Regio Esercito guidato dal generale Cadorna ben pochi successi. La settima battaglia dell’Isonzo è la storia di un sanguinoso fallimento, venuto subito dopo una formidabile vittoria, la presa di Gorizia. Iniziò il 14 settembre, e 3 giorni dopo, quando terminò, le truppe di Cadorna avevano conquistato appena qualche trincea e un caposaldo. Ma le perdite italiane ammontavano a 21.144 uomini, mentre gli austriaci avevano perduto circa 15.000 uomini. Chissà quanti, anche in quell'orrenda carneficina, come il soldato Gherlinzoni, di cui riportiamo una lettera alla famiglia, gridarono: "ho quattro bambini! salvatemi la vita!!!". Come scrisse Carlo Emilio Gadda, che a quella battaglia partecipò, tutte quell'atrocità e quelle miserie non potevano costituire "fanfara d’orgoglio".

13 settembre 1982: la legge Rognoni-La Torre introduce il reato di associazione di tipo mafioso

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Pio la Torre, segretario regionale del PCI, e già membro della Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, fu tra i primi a riflettere sull’importanza strategica del patrimonio per i mafiosi. E non aveva paura di dichiarare che "[la] compenetrazione è avvenuta storicamente come risultato di un incontro che è stato ricercato e voluto da tutte e due le parti (mafia e potere politico). La mafia è quindi un fenomeno di classi dirigenti". Non ebbe il tempo, però, di vedere diventare legge dello stato la proposta da lui presentata in Commissione: il 30 aprile 1982 fu assassinato a Palermo insieme al compagno di partito Rosario Di Salvo. Quella legge che introduceva il reato di associazione di tipo mafioso (art.416 bis del Codice Penale) e che prese il nome da lui e dall’allora ministro dell’Interno Virginio Rognoni, costituì una “rivoluzione copernicana”.

12 settembre 1977, muore in carcere Steve Biko

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Stephen Bantu Biko, trentenne sudafricano, attivista contro l’apartheid, morì il 12 settembre 1977, per le conseguenze delle torture inflitte durante la detenzione, nel carcere di Pretoria. "L’arma più potente nelle mani dell’oppressore è la mente dell’oppresso", aveva detto in un discorso sei anni prima. Ai funerali di Biko, il 25 settembre 1977, mentre la bara sfilava su un carro trainato da un bue, condotto dal figlio seienne, ventimila uomini e donne cantavano l’inno nazionale stringendo i pugni alzati. "Il primo passo da fare per l’uomo nero è rendersi conto di chi è; infondergli orgoglio e dignità; ricordargli che è un complice in quel crimine che è l’aver permesso di essere abusato. Quando dici a qualcuno ‘Nero è bello’, in realtà gli stai dicendo ‘Amico, vai bene così come sei, inizia a considerarti un essere umano” (Steve Biko).

1943, Nola: primo eccidio di militari italiani da parte dei nazisti dopo l’8 settembre

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Ciò che accadde settantasei anni fa è considerato il primo atto di rappresaglia nazista in Italia contro l’esercito italiano dopo l’8 settembre. Fino al 1997 quel massacro era stato rimosso, dimenticato, ignorato.