Pubblicati da Staff Me.Dia.Re

Intervista ad Enrica Puppo

In questo sedicesimo video della rubrica  Interviste ad ex corsisti parliamo con Enrica Puppo, avvocato esperta di diritto di famiglia e delle persone, che, oltre a soffermarsi sul rapporto tra la professione legale e quella del mediatore, racconta come metodologia fortemente interattiva e coinvolgente corso di mediazione familiare abbia facilitato l’avvio del progetto con altri suoi ex compagni di formazione (Luca Pugliese, Francesca Olivero e Sara Vallone), cioè la costituzione di ALEA: una realtà che offre mediazione familiare, sostegno alla genitorialità e consulenza educativa.

Intervista a Serena Carraro

In questo quindicesimo video della rubrica  Interviste ad ex corsisti diamo la parola a Serena Carraro, educatrice e arte-terapeuta, che non soltanto spiega le ragioni per le quali si è avvicinata alla mediazione familiare e penale e il significato e il valore che attribuisce all’esperienza formativa svolta, ma racconta anche del suo progetto, appena approvato dal Comune di Milano, di apertura di uno spazio in cui svolgere arte-terapia e mediazione familiare e mediazione dei conflitti.

Il tentativo di triangolazione durante la mediazione

Nei percorsi di mediazione familiare e, più in generale, di mediazione dei conflitti capita molto spesso che gli attori del conflitto, anche inconsapevolmente, pongano in essere dei tentativi di triangolazione nei confronti del mediatore. Come può reagire quest’ultimo in tali situazioni, considerando che il bisogno di sentire il mediatore dalla propria parte, quando si sta vivendo una situazione conflittuale, è perfettamente comprensibile?

Intervista a Valentina Sestu

In questo tredicesimo video della rubrica  Interviste ad ex corsisti diamo la parola a Valentina Sestu, psicologa dell’educazione e dello sviluppo, che si sofferma sugli interessi che l’hanno portata a formarsi alla mediazione familiare e penale e che spiega come, poi, ha declinato in ambito lavorativo e professionale, anche come tutor dell’apprendimento, le competenze apprese, in particolare sul piano dell’ascolto empatico.

Tesi di Stefania Zerbetto “Che resti tra noi”. La mediazione come opportunità di trasformazione e recupero del legame familiare e sociale.

Nella sua tesi, proposta al termine del Corso in Mediazione Familiare), Stefania Zerbetto ha scritto:

La figura del mediatore familiare, nel complesso e sfaccettato contesto storico attuale – caratterizzato da rapporti sociali sempre più rarefatti ed appiattiti –, si inserisce come colui che, senza giudicare né proporre soluzioni, assume un ruolo di catalizzatore e facilitatore del ripristino della comunicazione tra i coniugi, affiancandoli nel fare chiarezza in merito alle loro emozioni e rispetto al conflitto coniugale, e trasformando un vissuto, percepito come pericoloso e distruttivo, in un’opportunità per uscirne non indeboliti ma rafforzati. In questo cambio di prospettiva, l’obiettivo non sarà più quello di trovare una soluzione al conflitto tra i coniugi (benché tale risultato sia senza dubbio auspicabile), ma quello di far sentire ciascuno di loro riconosciuto ed accolto nei propri bisogni, esigenze, emozioni e frustrazioni. Tale Riconoscimento rappresenta la base dalla quale partire affinché la comunicazione (ed eventualmente la fiducia reciproca nell’altro) possa eventualmente, riprendere tra le due parti.

Relazione, incontro con l’altro, condivisione, volontà di mettersi in gioco, rappresentano nuove prospettive di confrontarsi all’interno della famiglia, ma anche al di fuori di essa, tra i consociati e tra questi ultimi e le istituzioni. Non si tratta di magia, ma di impegno nel ripristinare quel legame sociale, quella percezione dell’altro come appartenente al genere umano, che ci accomuna e ci fa sentire intimamente compresi.”.

Quindicesimo appuntamento di Note di mediazione: “A muso duro” di Pierangelo Bertoli

Nel  quindicesimo appuntamento di Note di Mediazione, la canzone di Pierangelo Bertoli “A muso duro“, offre lo spunto per riflettere sulla situazione attuale, successiva alla fase critica del lockdown, che vede per la ripresa delle attività economiche l’obbligo di conformarsi a determinate regole imposte, a salvaguardia della salute pubblica, dallo Stato. Infatti è presumibile che possano emergere, in un futuro quanto mai prossimo, situazioni conflittuali a più livelli, innescate o acuite dallo stress generato dal dover mettere in pratica quelle nuove disposizioni.