20 luglio 1944: fallisce l’attentato ad Adolf Hitler

Claus Schenk von Stauffenberg fu un colonnello della Wehrmacht: è solitamente indicato come uno dei protagonisti dell’attentato al Führer del 20 luglio ’44.

Diversi esponenti dell’élite militare tedesca avevano espresso perplessità riguardo gli indirizzi presi dal partito nazista in campo bellico, già prima dell’inizio del conflitto globale, ma soprattutto in seguito al volgimento dello stesso a sfavore della Germania. Infatti, furono organizzati almeno tre attentati prima di quello di cui parliamo oggi: il 17 febbraio nel quartier generale dell’Heeresgruppe Süd, dove il piano non vide nemmeno la luce, a causa dell’opposizione del feldmaresciallo Erich von Manstein; il 13 marzo durante un trasferimento aereo, per mezzo di cariche esplosive che, però, non funzionarono; il 21 marzo a Berlino, dove la visita di Hitler fu tanto veloce da non concedere il tempo materiale per azionare l’arma.

A questo punto entra in scena Stauffenberg, giovane tenente colonnello sfiduciato dalle ripetute sconfitte del proprio esercito. Terminata la convalescenza, in seguito a gravi ferite, tra cui la perdita dell’occhio destro, entra in contatto con i cospiratori. Il piano è pensato nei particolari, ma è anche esposto a molti rischi: Hitler è, infatti, molto protetto, poiché la Gestapo sospetta la presenza di un piano per uccidere il Führer.

Una volta divenuto capo di stato maggiore dell’esercito territoriale, Stauffenberg ebbe la possibilità di avvicinare l’obiettivo presso la tana del lupo, il quartier generale del fronte orientale. Inoltre, tale grado avrebbe consentito di effettuare un colpo di stato in seguito alla morte di Hitler, tagliando le restanti teste dell’idra: l’operazione Valchiria, originariamente pensata per reprimere eventuali rivolte interne, sarebbe stata utilizza contro le SS e i restanti vertici del partito.

Dopo un paio di tentativi andati a vuoto, in cui non fu nemmeno azionata la bomba, il 20 luglio, in seguito all’esplosione provocata proprio da Stauffenberg, fu messa in moto l’operazione Valchiria. Sfortunatamente per i cospiratori, un caso fortuito volle che l’ordigno fu spostato, lasciando una gamba del tavolo tra la bomba e il suo obiettivo.

Il Führer uscì quasi illeso dalla sala riunioni devastata e, venuto a conoscenza del tentativo colpo di stato in atto, riuscì a bloccare tutte le operazioni e ad arrestare gli attentatori. Questi furono processati dal Tribunale del Popolo, che li condannò a morte.

Il colonnello Henning von Tresckow, tra i primi cospiratori, pronunciò queste parole prima di togliersi la vita:

Il mondo intero ora ci diffamerà, ma io sono ancora del tutto convinto che abbiamo fatto la cosa giusta. Hitler è l’acerrimo nemico non solo della Germania, ma del mondo intero.”

Alessio Gaggero

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