Intervista a Vera Barzizza

Seguiamo le riflessioni – profonde, toccanti e scomode – di Vera Barzizza, in questo sesto video della rubrica Interviste ad ex corsisti.

Vera Barizza, che ha seguito prima uno dei corsi di Mediazione familiare (la VII edizione, maggio 2015 – settembre 2016) e poi uno di Mediazione Penale dell’Associazione Me.Dia.Re. (la dodicesima edizione, iniziata nel maggio 2018), propone una notevole quantità di spunti, toccando tasti tanto delicati quanto veri e importanti. In ogni sua parola al centro c’è sempre l’essere umano: vale a dire, il rispetto dovuto ad ogni individuo.

In questo video – da seguire, quindi, fino in fondo – Vera Barzizza non si limita a spiegare le ragioni ideali e non solo professionali che l’hanno condotta ad interessarsi alla mediazione, ma, prendendo spunto dal tirocinio effettuato presso uno dei servizi di mediazione familiare dell’Associazione, al fianco di un formatore, svolge anche delle considerazioni, di una certa profondità, sui rapporti tra la mediazione e la sua quotidianità operativa in qualità di assistente sociale. Ciò la porta a ragionare, anche in termini auto-critici, sia sull’importanza dell’ascolto e del riconoscimento della persona nell’interlocuzione con i servizi sociali, sia sulle criticità emergenti in quella quotidianità operativa.

Nell’ultima parte dell’intervista – dopo aver affrontato anche un altro tema delicato, quello della violenza, da lei trattato anche nella tesi del corso di Mediazione Penale (è possibile scaricarla qui) – Vera Barzizza si sofferma sulle prospettive della mediazione nella nostra società, non senza accennare ad un suo sogno nel cassetto: l’attivazione di un servizio di mediazione per le persone detenute e i loro coniugi e famigliari.

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