12 novembre 1969: il giornalista freelance Seymour Hersh scopre l’eccidio di My Lai

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Per un anno il silenzio aveva regnato sovrano sulla crudeltà dei soldati americani. La situazione non poteva però durare a lungo, per fortuna.

Quella notte di Taranto, tra l’11 e il 12 novembre, che fu di lezione perfino per i giapponesi

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A Taranto, gli Inglesi affondano un duro colpo al nemico italiano, ma Mussolini non fa una piega e copre il disastro che emergerà, solo molto tempo dopo, dal diario di Ciano.

Corso in Mediazione Familiare – 18° edizione

da ottobre 2018 a ottobre 2020

Cos’è che trasforma un mondo libero in una cupa prigione

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Ken Saro-Wiwa fu giustiziato il 10 novembre 1995 a Port Horcourt per aver cercato di salvare il proprio paese.

Il 9 novembre 1989 il muro di Berlino non è più

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Est e ovest di nuovo uniti, tanto per la città, quanto per l'intero paese: questo l'effetto principale di quel tanto agognato crollo.

L’8 novembre la fiaccola passò a John Kennedy, «un idealista senza illusioni»

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L’8 novembre vinse le elezioni un uomo che apparteneva all’élite, ma che aveva sofferto e sapeva riconoscere la sofferenza, e l’umanità, negli altri. Gli era stata una data medaglia durante la guerra, non per aver ucciso i nemici, ma per avere salvato delle vite umane. Un “idealista illusioni”, pare che avesse detto di sé. La sua non fu una vittoria esaltante, perché il pregiudizio e la diffidenza verso la sua fede indussero molti a non votarlo. Era un cattolico, di origini irlandesi. Si chiamava John Fitzgerald Kennedy.

7 novembre 1944, battaglia di Piazza Lame a Bologna

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Da assediati ad assediatori, i partigiani vincono la più importante battaglia cittadina di tutta la guerra. Questa volta, con l'aiuto delle donne, che per la prima volta possono combattere fianco a fianco.

6/11/2017 don Guidotti colpevolizza una giovane violentata per essersela andata a cercare

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Il parroco di Bologna attacca una ragazza su Facebook, ma le sue parole non rimangono impunite a lungo.

Quell’irrealizzabile attentato a Mussolini che favorì l’affermazione della dittatura

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Il 5 novembre 1925 Mussolini dava il via a misure repressive, progettate da tempo, tese a instaurare la dittatura. L’occasione propizia era arrivata, infatti, il giorno prima, con lo “strano” e fallito attentato alla sua persona da parte dell’ex deputato socialista, ex tenente colonnello degli alpini pluridecorato, Tito Zaniboni. Costui era convinto che non vi fosse altro mezzo per porre termine alla svolta tirannica impressa dal fascismo e per rendere giustizia Matteotti e a tutti coloro che erano stati colpiti dalla brutalità delle camicie nere. Le autorità, però, conoscevano le intenzioni di Zaniboni e potevano contare sui rapporti del loro informatore, che era il più stretto collaboratore dell'aspirante attentatore.