Il 15 luglio del ’70 perde la vita Bruno Labate, ferroviere calabrese che prese parte ai moti di Reggio.

/

Partiamo da questo tragico evento per ricordare gli scontri svoltisi in Calabria nei primi anni Settanta.

Il 14 luglio 2016 si consumò la strage di Nizza

/

Un uomo guida un camion dritto contro la folla ignara.

La tortura è reato anche in Italia dal 14 luglio 2017

/

Esattamente tre anni fa fu approvata la legge 110, che introdusse nell'ordinamento italiano la previsione del reato di tortura, recependo così le indicazioni contenute nella Convenzione di New York del 1984.

Il Manifesto della razza si presentò agli Italiani il 15 luglio 1938

/

«Ma io mi vergogno... mi vergogno di essere italiano. E lei padre», disse papa Pio XI, rivolgendosi al gesuita Tacchi Venturi, « lo dica pure a Mussolini! Io non come papa, ma come italiano mi vergogno! Il popolo italiano è diventato un branco di pecore stupide. Io parlerò, non avrò paura. Mi preme il Concordato, ma più mi preme la coscienza»

Il 13 luglio del ’41 a Józefów 500 “uomini comuni” fucilarono 1500 bambini, donne e anziani.

/

Gli uomini del Battaglione 101 della Riserva di Polizia Tedesca non erano, per la maggior parte, nazisti né erano antisemiti. Erano uomini comuni: operai, artigiani, piccoli commercianti. Ma grazie alla distinzione "noi-loro" sospesero ogni forma d'empatia, non provando alcuna identificazione con le loro vittime. Nella loro mente le avevano già de-umanizzate: ai loro occhi, gli ebrei erano degli esseri sub-umani. Così, in un solo giorno, il 13 luglio del 1942, nella cittadina polacca di Józefów, ammazzarono 1.500 bambini, donne, anziani e infermi. In un anno, con le loro fucilazioni, gli "uomini comuni" di quel battaglione uccisero a fucilate 40.000 ebrei polacchi: bambini, donne, anziani e malati. Persone inermi.

La RAF bombarda Torino nella notte tra il 12 e il 13 luglio 1943

/

A Torino, la notte tra il 12 e il 13 luglio 1943 è segnata da boati e bagliori: la RAF (Royal Air Force) bombarda la città, causando 792 morti, 914 feriti, ingentissimi danni e modificando radicalmente la struttura e la vita cittadina.

Nella mediazione si ascoltano le persone non (solo) le parti del conflitto

/

Il compito del mediatore è ri-umanizzare e ri-personalizzare le persone in conflitto, rimettendo quello che, con la de-umanizzazione e la spersonalizzazione, il conflitto ha loro tolto.

Vale la pena sottolineare che questa ri-umanizzazione si compie attraverso l'ascolto. Un ascolto a-valutativo svolto dal mediatore. 

Giorgio Ambrosoli fu ucciso l’11 luglio 1979 per ordine di Michele Sindona

/

«È indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il Paese», aveva scritto l'avvocato Giorgio Ambrosoli alla moglie Annalori. L'incarico cui si riferiva era quello di liquidatore della Banca Privata Finanziaria di Michele Sindona, dove Ambrosoli aveva scoperto un "verminaio". Prima lo contrastarono parte della DC, in primo luogo Giulio Andreotti. Avendo resistito a pressioni, lusinghe e minacce, fu ucciso la sera dell'11 luglio 1979 da un killer italo-americano, ingaggiato dallo stesso Sindona. Nonostante le minacce di morte ricevute, non gli era stata concessa la scorta. Aveva 47 anni, una moglie e tre bambini.

Il 10 luglio del ’76 il giudice Occorsio fu ucciso da un terrorista neofascista di Ordine Nuovo

/

Venne ucciso da terroristi neofascisti, il 10 luglio del 1976, il giudice Vittorio Occorsio. Aveva 47 anni. Nell'aprile del '76 era stato il primo magistrato a occuparsi della loggia P2 e anche il primo ad indagare sui legami tra il terrorismo neofascista, il Movimento Sociale Italiano, la massoneria e i servizi segreti deviati. Gli era chiaro il fine della «strategia della tensione: seminare il terrore tra gli italiani per spingerli a chiedere un governo forte, capace di ristabilire l’ordine.» 

Con lo sbarco in Sicilia, dopo 21 anni di regime, subisce un’accelerazione la fine del Fascismo

/

Tra il 9 e il 10 luglio del 1943, avvenne lo sbarco degli Alleati in Sicilia. Due settimane prima, il 24 giugno, davanti al Direttorio del Partito Nazionale Fascista, Mussolini aveva solennemente detto: 

«Bisogna che non appena il nemico tenterà di sbarcare, sia congelato su quella linea che i marinai chiamano del "bagnasciuga", la linea della sabbia, dove l'acqua finisce e comincia la terra. Di modo che si possa dire che essi hanno occupato un lembo della nostra patria, ma l'hanno occupato rimanendo per sempre in una posizione orizzontale, non verticale».

Gli inglesi, gli statunitensi e i canadesi, che sbarcarono fra Pachino e Siracusa e tra Licata e Gela, però, non restarono in posizione orizzontale sul "bagnasciuga", cioè sulla battigia. Lo sbarco in Sicilia, infatti, riuscì e costituì l'inizio della campagna d'Italia, vale a dire della sua liberazione. Il suo primo effetto politico fu quello di accelerare quel processo di disfacimento del regime fascista che portò, dopo 21 annidi dittatura, prima alla caduta di Mussolini e all'armistizio e poi alla tragica e orribile Repubblica di Salò, cioè la Repubblica Sociale Italiana (R.S.I.).