Viene sciolta la Camera dei fasci e delle corporazioni il 5 agosto del 1943

Entra in vigore, il 5 agosto del ’43, il Regio Decreto-legge del 2 agosto 1943 n. 705 con il quale si scioglie, ma non si sopprime, la Camera dei fasci e delle corporazioni e si stabilisce che entro 4 mesi dalla fine della guerra si dovranno svolgere le elezioni per la Camera dei deputati. Quest’ultima era stata sostituita con la legge del 19 gennaio 1939, n. 129 che aveva istituito, appunto, la Camera dei fasci e delle corporazioni.

Essendo una costituzione flessibile, cioè modificabile con legge ordinaria, lo Statuto albertino (cioè, la Costituzione concessa dal Re Carlo Alberto nel 1848 e poi estesa al Regno d’Italia a seguito dell’unificazione), non necessitava di una particolare procedura di approvazione per essere modificato. Invece, a seguito dell’entrata in vigore dell’attuale Costituzione della Repubblica italiana, per introdurre norme di rilevanza costituzionale occorrerà approvare, per l’appunto, leggi costituzionali con la procedura appositamente prevista dalla Costituzione stessa.

Infatti, pur vigendo una costituzione liberale, per vent’anni l’Italia era stata governata dalla dittatura fascista: il 31 ottobre 1922 era sorto il governo di Benito Mussolini. Di fronte all’incalzare dello squadrismo fascista, che vedeva il suo apogeo nella mezza fallita marcia su Roma (visto che vi presero parte non più di 26.000 fascisti, invece dei 200.000 annunciati o dei 300.000 dichiarati poi dalla propaganda del regime), Vittorio Emanuele III di Savoia, ignorando i suggerimenti dell’allora Presidente del Consiglio dei ministri in carica, Luigi Facta, che gli chiedeva di firmare il decreto di proclamazione dello stato d’assedio, aveva deciso di affidare l’incarico di Presidente del Consiglio a Mussolini, sebbene, in quel momento, in Parlamento non sedessero più di 35 deputati fascisti (eletti nel 1921). In soli 33 giorni Mussolini era riuscito ad ottenere i pieni poteri, pur nel rispetto formale della Costituzione (lo abbiamo ricordato in questo post). Come si è visto in altri post, su questa rubrica, Corsi e Ricorsi, anche con l’approvazione delle leggi fascistissime (le abbiamo ricordate nel post Le prime leggi fascistissime) era stato cancellato “legalmente” ogni residuo di libertà. E per vent’anni fu soppressa ogni speranza legalitaria, insieme ai più basilari diritti democratici (libertà di stampa, di manifestazione del pensiero, di associazione, di riunione, di insegnamento, a proposito della quale si rinvia ad un altro post), mentre si ripristinava la pena di morte, veniva introdotto un Tribunale Speciale per reati politici, si istituiva l’O.V.R.A., la polizia politica segreta (si veda questo post) per garantire l’effettiva persecuzione di ogni oppositore, data la formale messa fuori legge di tutti i partiti e tutte le organizzazioni politiche, tranne il partito fascista, e l’irrogazione delle lunghe pene detentive previste per chi ricostituiva le organizzazioni disciolte o si affiliava ad esse. Del resto nel 1928 si erano ridotte le elezioni a semplici plebisciti di approvazione di una “lista unica” di deputati designati dal Gran Consiglio del Fascismo. Nel 1939 le elezioni, rese di fatto inutili, erano state del tutto abolite nel 1939 proprio con la sostituzione della Camera dei Deputati con la Camera dei Fasci e delle Corporazioni, la quale era composta solo da fascisti nominati dal Governo, mentre il Senato rimaneva di nomina regia.

Il Regio decreto, entrato in vigore il 5 agosto del ’43, che sciolse l’organo legislativo del regime fascista, era, dunque, una diretta conseguenza della sfiducia a Benito Mussolini, votata il 25 luglio (come abbiamo ricordato in questo post), 8 giorni prima, e dell’arresto del duce per ordine del Re, Vittorio Emanuele III, che aveva affidato l’incarico di presidente del Consiglio dei Ministri al maresciallo d’Italia Pietro Badoglio. Più in generale, questi eventi furono determinati dalla grave situazione creatasi nel Paese come conseguenza dell’andamento disastroso della guerra, nella quale l’Italia, per volere di Mussolini, si era gettata, alleandosi con la Germania nazista e con l’Impero del Sol Levante.

La Camera dei Fasci sarà definitivamente soppressa con la legge 5 maggio 1949, n. 178, allorché sarà già in vigore la Costituzione repubblicana. La stessa legge del ’39, ormai del tutto priva di efficacia sarà formalmente abrogata solo nel 2009, con l’entrata in vigore di alcune norme di semplificazione normativa, previste dalla legge 18 febbraio 2009, n. 9 (legge di conversione, con modificazioni del decreto-legge 33 dicembre 2008, n. 200).

Alberto Quattrocolo

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