Traini apre le danze della violenza razzista

Il 3 febbraio del 2018, Luca Traini sale in macchina a Tolentino, comune della provincia di Macerata, arriva nel capoluogo e compie il raid di cui tanto si è parlato nell’ultimo mese della campagna elettorale per le elezioni politiche del 2018.

Per diverse vie della città, esplode dei colpi di pistola in direzione di sei persone: cinque uomini e una donna. Hanno tutti tra i venti e i trentadue anni. Ciò che li accomuna più direttamente, però, è la provenienza: arrivano dall’Africa sub-sahariana.

Dopo aver girato in macchina per Macerata, e aver accumulato sei vittime, Traini si ferma davanti al Monumento ai Caduti, scende con la bandiera italiana legata al collo e grida “Viva l’Italia!” facendo il saluto romano. Dopodiché, si arrende alle forze dell’ordine.

Gli agenti troveranno poi in camera sua una copia del Mein Kampf, una bandiera con la croce celtica e altri elementi riconducibili all’estrema destra. Si scoprirà, più avanti, che era stato candidato con la Lega Nord per le comunali di Corridonia del 2017, pur non avendo ricevuto alcuna preferenza.

Quanto alle motivazioni, lo stesso Traini disse poi che, pur non conoscendo Pamela Mastropietro, il suo obiettivo era proprio il carnefice della ragazza, quantomeno all’inizio: si sarebbe voluto recare in tribunale a ucciderlo. Per qualche ragione, cambiò idea, optando per la sparatoria che lo porterà a ricevere una condanna a dodici anni. Il 3 ottobre del 2018 scorso fu infatti trovato colpevole di strage aggravata dall’odio razziale (condanna divenuta definitiva il 24 marzo 2021) e porto abusivo d’arma, nonostante le sue dichiarazioni:

In tutti i locali a cui ho sparato, esclusa la sede del Pd – sono le frasi di Traini citate nella motivazione – c’è lo spaccio. Gli spacciatori sono neri. Io ce l’ho con gli spacciatori.

Dunque, un altro caso di cronaca nera alla base del gesto del ventottenne marchigiano. Il due febbraio era stato infatti fermato Innocent Oseghale, spacciatore nigeriano di ventinove anni, con le accuse di omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere. Pamela, allontanatasi da una comunità di Corridonia, era stata trovata smembrata e chiusa in due trolley nelle campagne del Maceratese.

Si apre, con questo evento, un periodo costellato da un crescendo di eventi di violenza a sfondo razzista.

Alessio Gaggero

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