Piero Gobetti muore in esilio a Parigi

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25 anni. Davanti a sé, una strada al fianco dei grandi dell'epoca. Non poté percorrerla, stroncato dalle malattie e dalla violenza fascista.

380 secondi e 17 vite in meno a Parkland

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380 secondi corrispondono a sei minuti e venti secondi. Si tratta…

1983, l’incendio del cinema Statuto a Torino

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Una tragedia inaspettata, che ha ferito profondamente la Torino degli anni 80, ma di cui, oggi, rimane ben poca memoria.

Il naufragio più grave mai accaduto nel Mediterraneo

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Settantasei anni fa si consumava un naufragio terribile, uno dei più disastrosi nella storia dell'umanità. Certamente il più grave naufragio accaduto nel Mediterraneo. In quel naufragio di fronte allo straordinario promontorio ellenico di Capo Suniomorirono più di 4.000 italiani. Però, per chi era al governo di una parte del nostro Paese, la cosiddetta Repubblica di Salò, gli affogati nelle prime ore del 12 febbraio del 1944 non erano altro che dei traditori della patria, degli anti-italiani, e non meritavano alcuna pietà, visto che quei soldati italiani, dopo l'Armistizio dell'8 settembre del 1943, avevano rifiutato di continuare la guerra al fianco delle truppe naziste.

Mandela viene rilasciato dopo 27 anni

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Ventisei anni di carcere non riuscirono a spezzare la forza di Madiba, che lottò senza tregua, anche nelle peggiori condizioni possibili.

Giorno del ricordo (Foibe): il dolore, la memoria, le rimozioni

Una lettura tutt'altro che semplicistica di ciò che accadde intorno al confine tra Italia e Jugoslavia. Non tanto i fatti, quanto il loro significato.

Genova inerme sotto le bombe inglesi

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Mussolini doveva incontrare a Bordighera il dittatore spagnolo Francisco Franco, sperando di convincerlo ad abbandonare la neutralità. Mussolini ed Hitler avevano enormemente aiutato Franco ad abbattere la Repubblica Spagnola, sicché ora si aspettavano che questi si decidesse ad entrare nella Seconda Guerra Mondiale al loro fianco. Forse fu in vista di tale incontro che la Royal Air Force decise di attaccare Genova, la mattina del 9 febbraio 1941, quattro giorni prima dell'incontro stabilito tra i due dittatori, per scoraggiare Franco dall'allearsi con Hitler e Mussolini.  

A Orangeburg il no al razzismo nel bowling si paga con la vita

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La protesta contro la segregazione razziale nelle sale da bowling a Orangeburg, South Carolina, che fu repressa sparando ad altezza uomo, non contrastava un aspetto secondario della disumanità razzista. Anzi, mentre metteva in risalto la squallida cattiveria dei razzisti dichiarati, svelava anche altre meschine ottusità. Come quelle di chi, vergognoso di dichiararsi razzista, giustificava la segregazione in nome della pace sociale e attribuiva l'agitazione del Ku Klux Klan all'estremismo del movimento per i diritti civili e all'insolenza dei neri. Vale la pena ricordarlo il massacro di Orangeburg, soprattutto oggi.

Mattei preferisce il cappio al tradimento

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"Gianfranco Mattei, la tua cattedra è rimasta là: Gianfranco Mattei, la lezione non si perderà."

Quel “no” di Maurizio Arnesano

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«Non vi preoccupate, sono ancora vivo», aveva scritto alla sua famiglia Maurizio Arnesano pochi giorni prima. Ma non sapeva che Giusva Fioravanti, leader e assassino dell'organizzazione neofascista N.A.R., era alla ricerca di un mitra e che, vedendolo di servizio davanti ad un'ambasciata, quel 6 febbraio del 1980, aveva deciso di portargli via l'M-12. Arnesano reagì. «Non sparare alle spalle è un lusso», disse in seguito Giuseppe Valerio Fioravanti a proposito dell'omicidio di Maurizio Arnesano, quando gli venne rinfacciato di averlo freddato con 4 colpi nella schiena, mentre cercava riparo nell'ambasciata, dopo avergli ficcato già tre pallottole in un braccio. Poi toccò all'appuntato Francesco Evangelista e al sostituto procuratore Mario Amato, che proprio sui terroristi neofascisti stava indagando, ostacolato e delegittimato dal giudice Alibrandi, futuro deputato missino, che era il padre di Alessandro, un fedelissimo di Fioravanti e un killer dei NAR.