Pubblicati da Staff Me.Dia.Re

Fair Play Goodbye

Ha scritto, anni fa, Johan Huizinga:

«È un ideale umano di ogni epoca quello di combattere con onore per una causa che sia buona. Questo ideale sin dall’inizio è violato nella sua cruda realtà. La volontà di vincere è sempre più forte dell’autodominio imposto dal senso d’onore. Per quanto la civiltà umana ponga dei limiti alla violenza a cui si sentono portati i gruppi, tuttavia la necessità di vincere domina a tal punto i combattenti che la malizia umana ottiene sempre libero gioco e si permette tutto ciò che può inventare l’intelletto».

Ebbene, queste amare osservazioni relative alle condotte conflittuali di popoli o di gruppi ampi di persone, in realtà, possono essere estese con notevole frequenza anche ai conflitti inter-individuali o, comunque, tra gruppi più ristretti di persone. Anche in questi, infatti, le logiche del conflitto e le dinamiche della sua escalation si rivelano spesso dotate di una forza irresistibile, che sottrae ai protagonisti una parte consistente della loro capacità di governare la relazione e, ancor prima, di avere il controllo sui loro pensieri, sulle loro emozioni e sui loro comportamenti.

Di questi aspetti il mediatore dovrebbe essere estremamente consapevole, se vuole evitare di assumere un atteggiamento giudicante. E per riuscirci, tutto sommato, potrebbe bastargli ripensare alle proprie esperienze conflittuali e all’abilità con cui la propria mente gli ha procurato pronte autogiustificazioni nei momenti in cui, preso dalla lotta e irrigidito nella contrapposizione, ha agito infischiandosene del fair play.

 

L’esperienza di Ascolto e Mediazione al tempo del Covid

Proponiamo una sorta di bilancio emotivo di circa 15 mesi di attività gratuita di Ascolto e Mediazione al tempo del Covid. Quali sentimenti, emozioni, dinamiche relazionali, conflitti interni ed esterni sono approdati nei nostri servizi gratuiti? Quanto ancora pesano i fardelli trascinati in questi mesi, quanto affliggono ancora le perdite sofferte e quanto angosciano tuttora le difficoltà del futuro?

Tesi di Lucy Battù: L’ascolto del desiderio nella mediazione familiare

La tesi di Lucy Battù per il Corso in Mediazione Familiare è un percorso di ricerca sul tema dell’ascolto (declinato sotto molteplici aspetti, incluso quello rinvenibile nelle religioni buddista, cristiana, ebraica e induista) svolto dal mediatore a beneficio dei protagonisti del conflitto, in particolare dell’ascolto dei loro desideri (infatti, Lucy Battù per svolgere questo itinerario si avvale, a mo’ di veicolo, degli spunti offerti da Michel Lobrot), senza trascurare, però, un aspetto tutt’altro che secondario: il mediatore deve saper ascoltare anche se stesso e, quindi, anche i propri desideri, cioè, in particolare, quelli nutriti verso il conflitto che sta gestendo e i confliggenti che sta ascoltando. Infatti, come ricorda Lucy, recuperando le riflessioni di George Pavlich:

«il mediatore, è colui che accoglie sia la parola che vela sia quella che svela e sa situarsi all’interno dell’ambiguità del linguaggio con lo stesso coraggio con il quale accetta di lavorare con le parti nel disordine, nel caos, nel non senso del conflitto che vivono ed esprimono». Quindi, «se i confliggenti non riescono a “riconoscersi” tra di loro, il mediatore, dovrà “riconoscere” a ciascuno le proprie emozioni, non i fatti».

 

Tesi di Samanta Antonelli: Il dialogo delle voci nella mediazione familiare.

La tesi di Samanta Antonelli per il Corso in Mediazione Familiare è un’esplorazione sul tema dell’ascolto svolto dal mediatore, nella prospettiva della sua attività di facilitazione del dialogo tra le “voci interne”. Quella di Samanta Antonelli, però, non è una ricerca astratta, ma una riflessione ricca di risvolti concreti e umanissimi, anche a partire dalla sua esperienza personale, psicoterapeutica, e formativa (con espliciti rimandi agli esercizi sull’ascolto e sulla mediazione svolti in aula e all’attività di mediazione realizzata nel corso del tirocinio).

«Il tema dell’Ascolto, così tante volte ripreso, analizzato e approfondito durante il mio percorso formativo, professionale e personale ha assunto nuove sfumature e si è ulteriormente complessificato. Anche il termine Mediazione, che prima di iniziare il master aveva per me strettamente a che fare col “mettere d’accordo” e portava con sé, nella mia esperienza professionale e personale, un certo carico di fatica e frustrazione, è stato risignificato in accezioni che sento più autentiche e alla mia portata.».

Intervista a Mariagrazia Bertini

L’avv. Mariagrazia Bertini, che è anche mediatrice familiare, affronta il tema della mediazione familiare con un approccio che coniuga i punti di vista e le competenze accumulate in entrambe le professioni, ponendosi così in linea con lo spirito che sottende il convegno del 19 maggio 2021, “La mediazione familiare: una risorsa di gestione dei conflitti”, organizzato da Aiga Ivrea, Aiaf sezione di Ivrea e Associazione Me.Dia.Re.

Intervista ad Eleonora Ferraro: il conflitto e la Coordinazione Genitoriale

Dialoghiamo con Eleonora Ferraro (educatrice, life and family coach, mediatricecoordinatrice genitoriale) sui complessi rapporti conflittuali che possono svilupparsi tra genitori separati e sull’utilità, a tale riguardo, della Coordinazione Genitoriale: gli strumenti offerti da questa professionale, infatti, possono rivelarsi particolarmente utili per la gestione pratica dei loro conflitti su aspetti relativi all’educazione e alla cura dei figli. Quest’intervista è utile anche per comprendere le principali differenze tra l’approccio della Coordinazione Genitoriale e quello della mediazione familiare.

Tesi di Francesca Guido: La stanza della mediazione familiare. Dal setting alla trasformazione del conflitto

La tesi dell’avv. Francesca Guido per il Corso in Mediazione Familiare è un’esplorazione, una sorta di viaggio, per così dire, “dalla periferia al centro” della stanza della mediazione familiare: cioè, della concreta messa in pratica della mediazione familiare, osservata dal punto di vista di tutto ciò che concorre a creare un setting accogliente, favorente lo sviluppo di un rapporto di fiducia.

La sua tesi è, dunque, un percorso che

«gradatamente si addentra nelle dinamiche spaziali, fisiche ed emozionali che caratterizzano la fase introduttiva della relazione tra il/i mediatore/i ed i coniugi confliggenti».

La tensione tra pensiero scientifico e pensiero anti-scientifico nella terza intervista a Maurizio D’Alessandro

Alla domanda sul cosa pensare della tensione tra pensiero scientifico e pensiero antiscientifico divenuta così importante e perfino ingombrante, Maurizio D’Alessandro risponde che per sviluppare tale tema è necessario partire da due autori Cartesio e Galileo: poiché il dibattito sul metodo dell’inizio del ‘600 ritorna attuale in questo momento storico in cui l’umanità riversa tutte le proprie speranze sulla scienza e sul suo sapere. Da ciò, inevitabilmente deriva un secondo quesito che riguarda il modo in cui quel dibattito si svolge in termini di linguaggio. A questo proposito egli osserva che nel linguaggio politico si sviluppa una tensione maggiore di quelle che caratterizza la discussione sul piano scientifico poiché vengono a mancare oggetti “consistenti” e quantificabili.

Intervista a Silvia Griglio: dentro una comunità mamma-bambino

Una supervisione centrata sulla gestione dei conflitto «permette all’educatore di porsi in discussione e di riprendere degli episodi di conflitto con l’ospite, parlandone in un contesto protetto e senza essere sotto giudizio. Ciò consente di diventare più consapevoli anche di eventuali non-detti sviluppatisi nei rapporti con gli utenti. Anche perché ciascuno di noi per la sua storia personale con alcune ospiti ha più difficoltà perché risuonano dentro in modo particolare, e magari non ce ne rendiamo neppure conto»

Sono queste alcune delle considerazioni svolte da Silvia Griglio, psicologa della Cooperativa Il Ricino, intervistata in questo 37° video della rubrica Conflitti in corso. L’intervista, infatti, è un breve ma umanamente coinvolgente viaggio all’interno di una comunità mamma-bambino, nella quale sono accolte, supportate ma anche osservate e valutate delle donne, inviate con i loro bambini dai Servizi Sociali, spesso a seguito di  disposizione del Tribunale dei Minori, a causa delle condizioni di particolare disagio sperimentate: in molti casi, infatti, si tratta di donne maltrattate dai loro partner per anni e, quindi, di bambini vittime di violenza assistita. Ma, a volte, anche i figli sono stati maltrattati oppure abusati sessualmente.

La relazione tra queste donne, provate da sofferenze spaventose, e gli educatori e le educatrici della comunità, quindi, è particolarmente complessa, non priva di risvolti ambigui e un po’ oscuri, anche potenzialmente conflittuali. Ed è su questi che con Silvia Griglio cerchiamo di fare un po’ di luce.